Vibo aspetta il Natale e cerca di resistere alla crisi: tra chi vende online (ma tiene aperto il negozio) e chi punta sulla qualità
I commercianti del corso fanno i conti con le difficoltà di una città ancora preda dei cantieri, con pochi parcheggi e l’attesa per un programma di eventi che ancora non si vede
Un tempo cuore pulsante del commercio cittadino, corso Vittorio Emanuele III oggi mostra le ferite di una crisi che non accenna ad allentare la presa, aggravata dalla permanenza dei cantieri Pnrr. Serrande abbassate, locali sfitti e un flusso di clienti sempre più incostante. A resistere sono soprattutto le attività che hanno saputo affiancare alla vendita tradizionale quella online, una scelta obbligata per sopravvivere.
«Alcuni clienti comprano online lo stesso nostro prodotto che troverebbero in negozio e pagano pure la spedizione, ma preferiscono così», racconta il titolare di un negozio di articoli sportivi, stupito dalla facilità con cui anche la clientela locale preferisca il web al commercio di prossimità. Stessa strategia per un negoziante di modellismo: «Se non fosse stato per la vendita online avrei già chiuso».
Per molti commercianti il problema non è soltanto economico, ma soprattutto logistico. «Il dramma – spiega Massimo Grillo, titolare di una nota pellicceria del corso – è che non ci siamo saputi organizzare per accogliere il nuovo tipo di consumo, quello dei centri commerciali. Sarebbero serviti più parcheggi. Le auto sono aumentate, la gente è aumentata, e il centro non è stato adeguato. Durante la settimana la presenza di uffici, scuole e servizi rende quasi impossibile trovare parcheggio».
Le criticità non riguardano soltanto i clienti. Anche chi nel centro ci lavora o ci vive si scontra con difficoltà quotidiane: «Un commerciante non può pagare per venire a lavorare. Se devo scaricare un pacco, devo adattarmi agli orari del carico e scarico. E abitare qui è diventato quasi impossibile: ormai siamo rimasti in pochi residenti».
Il titolare della pellicceria difende l’identità commerciale del centro: negozi storici, boutique, attività artigiane che hanno costruito negli anni una reputazione. «Non vogliamo diventare via Monte Napoleone, ma una via decorosa sì. Qui ci sono attività di qualità che altrove non trovi, ma serve un sistema che non ti remi contro».
Intanto sul Corso gli operai stanno installando le luminarie natalizie. Le stesse dell’anno scorso. Ma il calendario degli eventi natalizi? «È un’incognita – spiega una commerciante di abbigliamento –. Il Comune dice che aspettano risorse dalla Regione, ma non sappiamo quando presenteranno il programma».
È giorno di Black Friday, ma l’effetto in centro è moderato: «Ancora non abbiamo visto molti clienti», ammette la stessa negoziante, pur notando un lieve aumento di movimento grazie ai preparativi natalizi.
Tra i passanti c’è chi difende il corso: «Io faccio lo shopping di Natale qui, nella mia città. Non possiamo lamentarci del declino del commercio se poi andiamo nei centri commerciali la domenica».
Alla domanda su cosa servirebbe per rilanciare il centro, la risposta è chiara:
«Meno tavoli tecnici e più buona volontà, con una dose di umiltà. Serve chi davvero capisce di commercio e marketing, non solo per il Corso ma per tutta Vibo Valentia. Perché qui mancano soprattutto i servizi».
Sul nodo parcheggi, la voce si divide: «Non penso che 50 centesimi siano un deterrente. Non sono le monetine che mancano, ma la volontà di vivere il centro».