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18/08/2025 ore 21.23
Società

Vibo Marina amarcord: quando la festa della Madonna segnava la fine dell'estate e il ritorno degli emigranti nelle fabbriche del Nord

Le celebrazioni in onore della Vergine di Pompei con la processione e i fuochi a mare ancora oggi sono un momento molto atteso. Ma un tempo rappresentavano anche un netto confine temporale carico di emozione e nostalgia
di Giuseppe Addesi

Ogni anno, nei primi giorni di agosto, il paese si ripopolava. All’epoca non esisteva ancora il turismo di massa, ma c’era invece un vivace turismo di ritorno. Erano in tanti i lavoratori emigrati al nord con le loro famiglie che, approfittando della chiusura delle fabbriche, facevano rientro al luogo d’origine. Era un’attesa vissuta con ansia durante i lunghi e nebbiosi mesi invernali. I quindici giorni da trascorrere nel paese servivano a ritrovare i luoghi dell’infanzia, a rinsaldare le vecchie amicizie, a godere del mare, di un colore tra l’azzurro, il verde e il turchese. Si aspettavano, per ripartire, i giorni successivi alla terza domenica d’agosto, tradizionalmente dedicata ai festeggiamenti in onore della Madonna di Pompei. Nessuno voleva perdersi il rito e lo spettacolo della processione in mare e dei fuochi d’artificio che illuminavano le calme acque del porto.

Ma quella festa aveva anche un sapore amaro, in quanto per molti rappresentava la fine dell’estate, delle ferie e il conseguente rientro nelle località industriali del Settentrione. Come testimonianza di quei tempi, Anna Maria Dileo, sul suo profilo social, ha postato il suo amarcord della festa della Madonna con uno scritto carico di nostalgia ma anche di speranza. «Per molti anni la festa di Vibo Marina ha segnato per me la fine dell’estate. Non era soltanto una ricorrenza religiosa, era un confine, un passaggio. Affidavo alla Madonna, che veniva portata in mezzo al mare, la speranza di ritornare il prima possibile. Quella festa significava preparare le valigie, sempre più pesanti, con dentro non solo il necessario, ma anche sorrisi, voci, tramonti e promesse non mantenute. Significava il ritorno al Nord, lontano dal mare e da quella vita che per poche settimane sembrava appartenermi più di quella che vivevo per tutto l’anno. Significava lo sguardo di mio padre, che si spegneva rassegnato al rientro. Ogni fuoco d’artificio illuminava il cielo come un saluto. E alla fine, con l’alba, arrivava l’addioAnche quest’anno non sono riuscita a vedere la festa, per questo ringrazio chi mi ha mandato questa foto e chi ha condiviso il video».