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18/08/2024 ore 12.02
Società

Verso i 100 anni di Natuzza, il ricordo di un fedele che l'ha incontrata: «Mi ha donato speranza e guarito il cuore»

Fernando Nucifero si è trovato faccia a faccia con la mistica di Paravati nel lontano 1999: un'esperienza indimenticabile che ora ha tramutato in poesia. Il 23 agosto festa grande nella frazione di Mileto, ecco il programma
di Redazione

Si avvicina il 23 agosto, giorno in cui ricorrono i cento anni dalla nascita della mistica Natuzza Evolo e in cui la chiesa da lei voluta e dedicata al Cuore Immacolato di Maria Rifugio delle anime, a Paravati, verrà elevata a Santuario. Alle 18:30 ci sarà la celebrazione eucaristica presieduta dal vescovo della Diocesi di Mileto-Nicotera-Tropea monsignor Attilio Nostro. Il 23 agosto inoltre ci sarà una mostra fotografica e il 31 agosto alle 18:30 un concerto/testimonianza di lode alla Madonna della corale Theotokos.

È ancora vivo nei fedeli il ricordo della Serva di Dio, scomparsa nel 2009 e la cui tomba è luogo di preghiera per molti. Proprio in occasione del centesimo anniversario della sua nascita, Fernando Nucifero – già avvocato ed attualmente docente presso le scuole secondarie superiori di secondo grado – ha inteso dedicarle una poesia, «ispirata – spiega – all’esperienza vissuta al suo cospetto nel lontano 24 settembre 1999. L’incontro con l’umile contadina risale al periodo in cui la donna cominciava ad accusare stanchezza e problemi di salute che ne rallentavano le apparizioni pubbliche e private e la costringevano a ricevere poche persone scelte tra una marea di gente che arrivava a Paravati da ogni parte d’Italia e del mondo».

Racconta Nucifero: «In uno di quei giorni Natuzza mi puntò gli occhi e il dito invitandomi con gesti sereni a raggiungerla per un breve colloquio che per suo volere si prolungò di molto. Schietta nelle espressioni e senza troppi giri di parole mi raccontò esclusivamente quanto percepito dai messaggi e profezie degli angeli custodi. Ebbi l’impressione che si trovasse simultaneamente in due posti diversi e fu allora che i miei occhi ed i miei sensi vissero l’inimmaginabile. Le sue parole mi diedero la certezza che ella era difatti in contatto con gli angeli, i defunti e con Dio. Chiederle e udire le risposte fu come essere trasportato “oltre” in un’altra dimensione. Il suo linguaggio, i suoi segni diventarono evidenze lasciandomi senza “ragionevole” spiegazione ma con il cuore colmo di riconoscenza e di quella speranza che solo una serva di Dio poteva darmi trasmettendomi la sicurezza di un aldilà come qualcosa di reale e tangibile. Successivamente la sua spirituale presenza si materializzò con i cosiddetti “nodi” ritrovati in catenine e effetti personali riposti singolarmente in un cassetto».

Di seguito i versi scritti da Nucifero come omaggio a Natuzza Evolo:
Nel dolore disperato speranze in te ho cercato e con le lacrime sul viso mi sono incamminato. Tra la gente dall’affaccio il tuo dito su di me hai posato. Al cospetto mi hai chiamato e tremolante ti ho incontrato per parlare di quel cupo istante a cui tanto tempo abbiamo dedicato. E tu umile contadina, grande donna serva di Dio, il cuore mi hai guarito e di luce immensa l’hai inondato. Il mio angelo, così hai detto, nell’azzurro cielo è volato e in stella madre si è tramutato”.