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30/10/2025 ore 14.28
Società

«Tenere chiusa la Villa comunale è un reato», l’ipotesi di un avvocato vibonese che paventa l’interruzione di pubblico servizio

Antonino Cavallari sostiene che il provvedimento adottato dall’Amministrazione sia illegittimo e perseguibile penalmente: «Serve manutenzione, non lucchetti»

di Redazione

«Chiudere un parco pubblico può configurare il reato di interruzione di un servizio pubblico o di pubblica necessità». È quanto sostiene l’avvocato vibonese Antonino Cavallari, che protesta contro la decisione del Comune di mettere i lucchetti ai cancelli di alcune importanti aree verdi, a cominciare dalla Villa Comunale e dal Parco Urbano, quest’ultimo chiuso dal giorno dell’incidente mortale costato la vita a un bambino di tre anni.

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«L’Amministrazione comunale, in preda al panico per quanto accaduto ai primi di settembre – afferma Cavallari – ha iniziato a smantellare tutte le aree gioco dei parchi cittadini, invece di provvedere alla loro manutenzione. Se può risultare quantomeno comprensibile la chiusura del Parco Urbano, in quanto sottoposto a sequestro da parte della magistratura, impegnata ad accertare eventuali responsabilità del custode della struttura, ossia il Comune di Vibo Valentia, quella della Villa Comunale è invece davvero inspiegabile, poiché non motivata da alcuna ordinanza e quindi da ritenersi illegittima. I cancelli di ingresso risultano chiusi e non è dato a nessuno conoscerne il motivo».

Proprio in merito alla chiusura della Villa, Cavallari ipotizza l’interruzione di pubblico servizio: «In una città turbata dal traffico, dai cantieri aperti e mai ultimati, dove per i pedoni camminare in sicurezza diventa sempre più difficile, disporre di uno spazio pubblico e verdeggiante, seppur non pienamente attrezzato e spesso sporco, rappresenta comunque una risorsa per noi cittadini che non può e non deve esserci sottratta. La chiusura immotivata di un parco pubblico può essere considerata un’interruzione di un servizio pubblico o di pubblica necessità. Questo reato, posto a tutela del buon funzionamento della Pubblica Amministrazione e della continuità dei servizi pubblici, è previsto dall’articolo 331 del Codice penale e punisce chiunque turbi la regolarità di un ufficio o di un servizio pubblico (come un parco), causando disagi agli utenti». Infine, la chiosa dell’avvocato: «Noi vibonesi, in questi anni, stiamo sopportando in silenzio molti disagi, di ogni natura e specie. Per favore, sindaco Romeo, non ci tolga anche la libertà di scegliere un parco dove poter esorcizzare i nostri problemi».

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