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07/04/2022 ore 16.02
Società

Mileto, dall’avvelenamento al ritorno alla vita: la storia a lieto fine del cane Shasta

Il Siberian Hushy è stato strappato a morte certa dall’amore e dalla caparbietà degli “angeli” che lo hanno preso in cura. La gratitudine dei proprietari
di Giuseppe Currà

Martedì scorso la nostra testata ha raccontato la vicenda dei tredici cagnolini abbandonati crudelmente per strada a Mileto. Oggi, al contrario, dà contezza di una storia a lieto fine: un cane salvato nello stesso territorio comunale grazie all’amore dei proprietari e di uomini che nella loro professione sono andati oltre il semplice senso del dovere. Shasta è un Siberian Hushy di dieci mesi che, nei giorni scorsi, al rientro dall’attività sportiva di trekking con i proprietari, alle ore 22 circa si è improvvisamente accasciato in preda a una crisi convulsiva. E’ partita quindi la disperata corsa per salvarlo, con i padroni che, comprendendo la gravità della situazione, hanno chiesto telefonicamente aiuto alla veterinaria di fiducia attiva a Tropea la quale, resasi conto che si trattava di avvelenamento, ha spiegato loro che bisognava prontamente iniettare al cane dell’atropina. A quell’ora, chiaramente, non è facile reperire il medicinale. Veniva così contattata al riguardo un’azienda di settore del luogo, che non ha esitato un istante a riaprire l’attività commerciale e a far recapitare direttamente a casa quella che, in quel momento, rappresentava l’unica ancora di salvezza per l’animale. Iniettato il farmaco, Shasta ha continuato a star male. Da qui il tentativo di rianimarlo, cercando di indurlo ad espellere la sostanza velenosa ingoiata, e poi all’ulteriore disperata corsa verso una clinica veterinaria di Reggio Calabria, il passo è stato breve. [Continua in basso]

Lungo il tragitto Shasta ha continuato a peggiorare, tant’è che la veterinaria, in costante contatto telefonico con i proprietari, a un certo punto ha spiegato come fare e ha chiesto loro di praticare al povero animale un massaggio cardiaco, poi effettuato in un punto di sosta dell’autostrada. All’arrivo in clinica, ad attendere il cane e a prenderlo prontamente in consegna per cercare di bloccare l’avvelenamento ormai in circolo è stata l’equipe veterinaria della struttura. Dopo giorni in prognosi riservata, Shasta ce l’ha fatta. Nelle scorse ore il cane è ritornato a casa con i suoi padroni, i quali commossi ed emozionati ci tengono oggi a ringraziare «tutti gli “angeli” che a vario titolo hanno permesso che questa sorta di “miracolo” avvenisse». Una storia a lieto fine, dunque, quella del Siberian Hushy di dieci mesi che, come detto, stride e fa da contraltare ai tanti casi di abbandono, maltrattamento e uccisione di animali di cui, purtroppo, è piena la cronaca. E che, forse, oggi proprio per questo è… ancora più bello raccontare.

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