Serra San Bruno, pazienti nefrologici senza medico fisso: «Una situazione che mette a rischio le nostre vite»
L’appello dell’architetto Andrea Pasqualino, paziente dializzato da oltre due anni: «Non è una questione politica, ma di sopravvivenza. Serve subito un dottore stabile»
Una lettera aperta per denunciare le carenze dell’ospedale di Serra San Bruno. A scriverla, l’architetto Andrea Pasqualino di Fabrizia. L’uomo, paziente ormai da anni della struttura sanitaria, lamenta le criticità riscontrate nel reparto nefrologico cittadino all’interno del quale manca un medico fisso, una figura di riferimento per le persone in dialisi. Tutto questo dopo il pensionamento di un sanitario e il trasferimento di un altro dottore.
«Vorrei sensibilizzare qualsiasi ufficio competente», afferma, «ad iniziare da quello con le relazioni con il pubblico (Urp) della struttura sanitaria e chiedere supporto alle associazioni di pazienti come Aned, coinvolgendo i media locali e le istituzioni per sollevare un problema pesante nei confronti di circa una ventina di pazienti che come me devono essere sottoposti a cure continue, attente e meticolose. È vero che è sempre presente un medico, ma è anche vero che questo cambia continuamente. Noi – aggiunge - abbiamo bisogno di una figura che ci conosca, che conosca i nostri parametri vitali e che disponga di volta in volta di un metro decisionale conoscitivo e un quadro medico preciso per darci, ad esempio, la pillola della pressione in dose corretta, visto che con la nostra patologia possiamo avere grossi abbassamenti o al contrario innalzamenti improvvisi della pressione che danneggiano anche il cuore».
L’uomo aggiunge: «Vorrei presentare un reclamo formale all'ufficio relazioni con il pubblico dell'ospedale o della Asl di competenza perché la problematica legata alla carenza del medico fisso e le conseguenze sulla qualità delle cure per i pazienti è assolutamente più importante di ogni lotta politica che si sta svolgendo adesso tra destra e sinistra per le poltrone della Regione». Per Pasqualino serve una «coalizione forte» affinché si superi una problematica che incide enormemente sul benessere dei pazienti.
Indispensabile, a giudizio del paziente, sensibilizzare l’opinione pubblica e i media: «Quello che ci preme, e naturalmente parlo a nome di tutti i pazienti, è spingere le autorità a intervenire più rapidamente possibile per risolvere la carenza di personale medico. Chiediamo anche un incontro con l'assessorato alla Salute della Regione Calabria per ricordargli che la continuità di un medico fisso è fondamentale per garantire un'assistenza adeguata e personalizzata a ogni paziente nefrologico, soprattutto quando si tratta di condizioni croniche o che richiedono un monitoraggio costante anche dei risultati delle analisi che devono pervenire ad un centro che le analizza una volta al mese in maniera obbligatoria».
In conclusione, non manca un ringraziamento al personale sanitario in servizio: «Vorrei comunque ringraziare tutti gli infermieri e gli ausiliari dell’ospedale di Serra San Bruno per l’impegno, la professionalità e l’amore che ci dedicano come pazienti». Un appello chiaro e accorato, che richiama la politica regionale alle proprie responsabilità. Perché in gioco – a Serra San Bruno – non ci sono solo numeri, ma vite.