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31/12/2025 ore 17.14
Sanità

Sanità vibonese, i sindaci cercano di spegnere il fuoco della protesta: «La crisi non si risolve andando in Procura»

Il comitato ristretto che rappresenta l’Assemblea dei primi cittadini vibonesi esalta il dialogo istituzionale intavolato con la Regione: «Ha preso atto finalmente delle criticità e le soluzioni stanno arrivando, ma bisogna restare uniti e aver pazienza»

di Redazione

La Conferenza dei sindaci del Vibonese prova a raffreddare il clima di tensione che si è acceso nelle ultime settimane attorno alla sanità vibonese, rilanciando la centralità del dialogo istituzionale e mettendo in guardia dal rischio di spostare il confronto su un piano giudiziario. È questo il senso della nota diffusa dal Comitato ristretto dei sindaci, formato da Giordano (Mileto), Romeo (Vibo) Pititto (Pizzo), Massa (Vazzano) e Marasco (Nicotera). I primi cittadini affermano che «il 2025 è stato un anno difficile, ma non inutile» e fanno il punto sul lavoro svolto e sulle prospettive aperte, rivendicando risultati ma chiedendo allo stesso tempo unità, fiducia e pazienza.

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«Il ruolo importante – scrivono - che abbiamo avuto come Conferenza dei sindaci, insieme ai consiglieri regionali del territorio, in una prima fase, cui si è aggiunto il forte impulso del prefetto di Vibo, nell’opera di raccolta dei bisogni e sensibilizzazione degli organi preposti, ha portato i commissari a rivedere la politica economica di redistribuzione delle risorse». Una revisione che, a loro giudizio, è avvenuta «prendendo atto finalmente delle vere criticità evidenziate», segnando quello che viene definito «un grande passo avanti».

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Il Comitato ristretto, tuttavia, chiarisce che questo primo risultato non può tradursi in un rallentamento dell’azione. «Ribadiamo, con forza, che gli effetti trovino definizione in tempi brevi vista la situazione di emergenza che ancora una volta sottolineiamo», scrivono i sindaci, ricordando come tali richieste siano state avanzate «in più occasioni e su più tavoli». Da qui l’invito a non disperdere il percorso avviato: «Siamo convinti che per arrivare ai risultati sperati bisogna continuare a rimanere uniti come Conferenza dei sindaci e con tutta la società vibonese».

Nel documento si sottolinea anche il ruolo che può essere svolto dalla presenza di un rappresentante dell’Azienda Zero all’interno della triade commissariale (Miserendino, ndr). Per il Comitato ristretto, questa figura «deve intensificare il suo ruolo di facilitatore per la celere risoluzione delle ormai annose problematiche», proprio per evitare che i nodi strutturali continuino a trascinarsi nel tempo.

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Tra le priorità indicate, i sindaci tornano a insistere sulla necessità di garantire servizi essenziali. «Occorre oggi aggiungere la riapertura immediata degli ambulatori di neurologia», si legge nella nota, perché «l’azienda sanitaria di Vibo, nelle condizioni in cui è, non può permettersi di “chiudere” ma deve assolutamente “aprire”». È in questo quadro che arriva il messaggio più netto sul metodo da seguire: «L’iniziativa deve proseguire sui tavoli istituzionali e operativi e non nelle Procure». Una frase che chiarisce la linea della Conferenza dei sindaci, orientata a disinnescare lo scontro e a ricondurre il confronto nell’alveo del dialogo politico e amministrativo.

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Pur riconoscendo che «i problemi della sanità sono tantissimi», il Comitato ristretto invita a guardare anche ai segnali positivi. Viene citato «l’esempio importante della medicina territoriale e della farmacia territoriale», due questioni definite «grandi problemi che ci siamo ritrovati sul tavolo al nostro insediamento», ma che oggi dimostrerebbero «che qualcuno lavora per cambiare le cose e che per cambiarle c’è bisogno anche di fiducia».

Restano aperte, ammettono i sindaci, le criticità del settore ospedaliero e il tema centrale del fabbisogno di personale. Sul primo fronte, l’appello è alla pazienza: «I lavori dell’ospedale, così come anche per le case di comunità, stanno procedendo e alla loro conclusione restituiranno strutture adeguate». Sul personale, invece, viene richiamata la necessità di ricostruire un clima di fiducia: «Se è vero che i concorsi vengono espletati ma nessuno vi partecipa, bisogna contribuire a ricondurre Vibo a quella nuova fase di fiducia che manca».

Il bilancio finale dell’anno sanitario viene definito complesso ma non privo di elementi incoraggianti. «È stato un anno difficile, ma non inutile», conclude il Comitato ristretto, che riconosce «spunti positivi dovuti alla sensibilità di quanti sindaci, prefetto, vescovo, associazioni, sindacati e commissione straordinaria hanno lavorato e continueranno a lavorare in questa direzione». In chiusura, l’attenzione si concentra sul tema della «contrattualizzazione» (presumibilmente riferita al rinnovo dei contratti con le strutture convenzionate come il Don Mottola di Drapia), per il quale viene avanzata una richiesta precisa: «Chiediamo con forza alla commissione straordinaria che si dia luogo al più presto a quanto previsto e a quanto richiesto, considerando che le risorse ci sono».

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