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26/12/2025 ore 11.51
Sanità

Sanità in crisi, nuovo affondo di Ali di Vibonesità: «I sindaci consegnino le fasce tricolori per protesta»

L’associazione punta ancora il dito contro il presidente Occhiuto accusato di non prestare adeguata attenzione al sistema sanitario locale: «Asp, Ordine dei medici e primi cittadini vadano insieme negli ospedali a verificare la drammatica situazione»

di Redazione

Un appello dai toni duri e senza sconti, che chiama direttamente in causa istituzioni sanitarie e rappresentanze locali. L’associazione Ali di Vibonesità torna a denunciare la drammatica condizione della sanità nel Vibonese e punta ancora il dito contro il presidente della Regione Calabria, Roberto Occhiuto, accusato di «non conoscere la realtà» e di continuare a negare l’urgenza di un documento “salva Vibo”, ritenuto dai cittadini l’unico strumento in grado di aprire uno spiraglio di speranza.

Nei giorni scorsi, il sodalizio aveva aspramente criticato il nuovo Dca, il numero 350 del 2025, che assegna alla sanità vibonese 7 milioni di euro da un plafond complessivo di 40 milioni, fondi residui dell’emergenza Covid distribuiti a favore di tutte le province calabresi. Risorse destinate principalmente ad abbattere le liste d’attesa e considerate da Ali di Vibonisità del tutto insufficienti a garantire un deciso cambio di passo con riferimento alla situazione complessiva.

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Secondo l’associazione, infatti, la crisi del sistema sanitario locale ha ormai superato ogni livello di guardia. Il tempo passa, spiegano, senza che si intraveda una strategia credibile di rilancio, mentre «la via privilegiata per gli addetti ai lavori resta l’imperdonabile pratica del percorso di irresponsabilità di chi non ha la capacità di programmare una invocata inversione di rotta». Una situazione, viene sottolineato in una nota, che genera esasperazione e sfiducia, alimentata dall’impossibilità di capire se esistano prospettive positive «nell’immediato, nel medio o nel lungo termine».

Ali di Vibonesità ritiene che a questo punto il peso delle scelte debba ricadere inevitabilmente su Conferenza dei sindaci, commissione straordinaria dell’Azienda sanitaria provinciale e Ordine dei medici, rappresentati rispettivamente dal sindaco di Mileto Salvatore Fortunato Giordano, dal commissario Asp Gianfranco Tomao e dal presidente dell’Ordine professionale Enzo Natale, i quali «non possono ignorare che il “salva Vibo” è il documento che invocano a gran voce i cittadini e che Roberto Occhiuto continua a negare». Da qui la richiesta di un cambio di passo immediato, mettendo fine a «inefficaci progetti perditempo» e aprendo finalmente un tavolo di confronto congiunto capace di affrontare «una seria riflessione sul drammatico momento».

Nel comunicato emerge anche una preoccupazione più ampia, che va oltre i confini provinciali. L’associazione invita a guardare con realismo al futuro del sistema sanitario nazionale, segnalando che «dietro l’angolo, anche a breve scadenza, potrebbe farsi strada un imprevedibile calo della spesa». Uno scenario che renderebbe ancora più fragile la sanità calabrese, già oggi in affanno, e che imporrebbe decisioni rapide e coraggiose per evitare che «l’orizzonte sanitario calabrese possa tingersi presto di nero».

Ali di Vibonesità sollecita quindi una presa di coscienza collettiva, senza escludere gesti clamorosi come la consegna della fascia tricolore al prefetto, indicata come «una delle armi più efficaci» a disposizione dei sindaci. Al tempo stesso, viene chiamata in causa la commissione straordinaria dell’Asp, che si avvia verso la scadenza del mandato. Proprio per questo, secondo l’associazione, «deve approfittare di questo breve lasso di tempo per confezionare una proposta che aiuti servizio ospedaliero e medicina territoriale a sperare in un recupero, almeno della “normalità” della situazione», evitando di rifugiarsi nel silenzio di fronte alla pressione delle associazioni e del Forum del Terzo settore del Csv.

Un passaggio significativo riguarda anche il ruolo dell’Ordine dei medici. Il presidente Enzo Natale, secondo Ali di Vibonesità, non dovrebbe limitarsi alla difesa del dottor Alberto Ventrice per quanto accaduto all’ospedale di Tropea, ma dovrebbe «allertare le proprie file per fare fronte unito e rispondere adeguatamente alle chiacchiere messe in giro dall’Azienda su concorsi, reclutamento, impiego e disponibilità di professionisti». Un richiamo al valore e al sacrificio degli operatori sanitari, il cui lavoro «non può essere ignorato né valutato in modo non responsabile, in tutta la sua emergenza e disponibilità».

La proposta concreta lanciata dall’associazione è quella di un sopralluogo congiunto. Dal momento che, sostengono, «il presidente Roberto Occhiuto non vuol saperne», Comitato ristretto della Conferenza dei sindaci, commissari straordinari dell’Asp e Ordine dei medici dovrebbero «rimboccarsi le maniche» e costituire un team di lavoro per visitare l’ospedale “G. Jazzolino” e le strutture territoriali, così da rendersi conto «de visu della condizione in cui versa la sanità vibonese». Da questa verifica sul campo potrebbe nascere un progetto concreto da presentare alla Regione, capace di rispondere alle proteste dei cittadini e di superare quella che viene definita la stagione delle «chiacchiere politiche» e delle soluzioni basate solo sui numeri, ormai «un linguaggio non più comprensibile».

Lo sguardo finale è rivolto al futuro prossimo. Per Ali di Vibonesità il 2026 si annuncia come «un anno di intense battaglie per il diritto alla salute del cittadino vibonese», con la consapevolezza che senza scelte forti e condivise la sanità locale rischia di sprofondare definitivamente in una crisi senza ritorno.