Sanità, Giordano vede il bicchiere mezzo pieno: «Con l’ultimo Dca la Regione riconosce l’emergenza Vibo»
Il presidente della Conferenza dei sindaci risponde alle critiche sulla ripartizione dei fondi che a Crotone sono 5 volte più alti: «Non basta, ma segna un primo riconoscimento ufficiale dello squilibrio»
Nel pieno delle polemiche sorte attorno al Dca 302 del 25 novembre 2025, che definisce la nuova ripartizione dei fondi destinati alla medicina territoriale in Calabria, il presidente della Conferenza dei sindaci della provincia di Vibo Valentia, Salvatore Fortunato Giordano, interviene per riportare «verità e contesto» in un dibattito che negli ultimi giorni si è acceso soprattutto per il confronto tra i finanziamenti assegnati a Vibo e quelli destinati ad altre province, con particolare riferimento a Crotone.
Giordano riconosce la criticità del quadro sanitario provinciale, ma invita a una lettura più articolata del decreto del commissario ad acta Roberto Occhiuto: «Se non ci facciamo travolgere solo dalla spinta emotiva – afferma – emergono dati che possono rappresentare un filo di speranza e un punto di ripartenza».
«Per la prima volta la Regione cambia rotta su Vibo»
Il presidente sottolinea un passaggio che definisce «storico»: dopo trent’anni, la Regione Calabria riconosce ufficialmente la condizione di squilibrio del Vibonese in tema di servizi territoriali, prevedendo un incremento annuo di circa 2,5 milioni di euro. Il budget dell’Asp passa così da 4,5 a oltre 7 milioni.
«Una cifra ancora insufficiente – puntualizza – ma che consente di consolidare i servizi esistenti e di guardare al futuro con una sfida chiara: sviluppare nuovi servizi territoriali che possano intercettare ulteriori risorse e colmare gli squilibri creati dalle politiche del passato».
Il nodo del confronto con Crotone: «Le differenze vengono da lontano»
Giordano replica indirettamente a chi ha messo in evidenza il divario tra i fondi destinati a Vibo e quelli a Crotone – dove la spesa sanitaria prevista sarebbe cinque volte superiore – ricordando che tali differenze non nascono oggi.
«Ci si confronta tra Vibo e Crotone – osserva – senza chiedersi perché quel territorio abbia oggi un budget addirittura superiore a quello di Cosenza. È il frutto di decenni in cui la politica crotonese è riuscita a far nascere e consolidare strutture d’eccellenza, capaci ancora oggi di attrarre pazienti da tutta la Calabria e anche da fuori regione. Nel Vibonese, invece, solo negli ultimi anni si assiste a una timida ripresa di alcune realtà che vanno sostenute con convinzione».
«A giugno il divario era di 32 milioni: oggi è colmato»
Il presidente ricorda che le polemiche di oggi, incentrate su un divario di 10 milioni relativamente ai soli servizi territoriali, rischiano di far dimenticare che «fino a pochi mesi fa mancavano all’Asp di Vibo 32 milioni rispetto al 2022».
Quel deficit – afferma – è stato recuperato grazie all’azione «incisiva» della Commissione straordinaria dell’Asp e alla spinta dei sindaci. I dieci milioni sui quali oggi si discute derivano invece da indici (popolazione, mortalità, anzianità e altri parametri) che avrebbero dovuto essere applicati «all’anno zero, cioè trent’anni fa».
«Non è un decreto contro Vibo: è l’atto che certifica la crisi e apre la strada al riequilibrio»
Per Giordano, dunque, il Dca non va interpretato come «un tentativo di penalizzare ulteriormente il territorio», bensì come un provvedimento che «certifica ufficialmente lo stato di crisi sanitaria del Vibonese e pone le basi per il rilancio».
Il presidente ringrazia tutti i sindaci per il lavoro svolto nei rispettivi territori e invita a non creare confusione nell’opinione pubblica: «Bisogna circostanziare storicamente quanto avvenuto. Per anni nessuno ha sollevato questi problemi, oggi invece Vibo Valentia e Reggio Calabria vengono riconosciute dalla Regione come zone di crisi sanitaria. È un primo passo, non la soluzione definitiva».
La sfida: trasformare il riconoscimento in sviluppo
Giordano conclude con un appello all’unità istituzionale: «Questo decreto non chiude la sanità del Vibonese. È il punto di partenza per costruire, insieme alla Commissione, ai sindaci e a tutti gli stakeholder, un percorso di potenziamento dei servizi e di incremento delle risorse. Sta a noi trasformare questo cambio di rotta in risultati concreti».
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