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21/11/2025 ore 06.15
Sanità

Sanità, a Tropea reparti fantasma per non perdere punti Lea: «Posti letto conteggiati ma inesistenti»

Ortopedia e Chirurgia presenti sulla carta ma chiusi da anni, medici in fuga, pazienti allo sbando: il caso del nosocomio nella Perla del Tirreno sta diventando il simbolo della sanità vibonese allo sfascio. Voci e testimonianze

di Redazione

La sanità vibonese vive uno dei suoi momenti più bui. Nonostante le promesse, gli impegni e le parole di circostanza, le aspettative della comunità sembrano non realizzarsi mai. Ad accendere i riflettori sulla questione è stata stavolta Dentro La Notizia, la trasmissione di approfondimento di LaC Tv condotta da Pier Paolo Cambareri dagli studi di Cosenza (clicca qui per guardare la puntata). Al centro dell’ultima puntata un nuovo fronte della crisi sanitaria vibonese: l’ospedale di Tropea, presidio fondamentale per la costa degli Dei, per l’intera provincia di Vibo Valentia e per oltre un milione di presenze turistiche certificate ogni anno tra Tropea e Capo Vaticano.

Il quadro emerso dalla diretta, arricchita dall’inviato Alessandro Stella e da testimonianze di comitati, sindacati e amministratori, è quello di una struttura che, pur sulla carta definita «ospedale generale», si sta progressivamente svuotando di reparti, funzioni, personale e prospettive.

Tropea, le dimissioni di Ventrice continuano a sconcertare i suoi pazienti. E c’è chi scrive a Occhiuto: «Perché a Vibo non possiamo curarci?»

Un ospedale strategico che si sta spegnendo

In collegamento dall’ingresso del presidio, Stella ha introdotto il tema senza mezzi termini: diversi reparti chiudono o lavorano a scartamento ridotto, i servizi essenziali sono in sofferenza e nel caso dell’Urologia – unico reparto della provincia – la situazione è ormai diventata insostenibile.
Il recentissimo caso del dottor Alberto Ventrice, urologo di riferimento per l’intero territorio, che ha presentato le dimissioni per l’impossibilità di operare in sicurezza per mancanza di anestesisti, rappresenta solo la punta dell’iceberg.

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Comitati civici: reparti previsti sulla carta ma chiusi da anni

Francesco Rotolo, del Comitato Civico Pro Ospedale, ha spiegato come il disallineamento tra atti ufficiali e realtà sia diventato ormai «clamoroso»:
«È previsto da oltre dieci anni che Tropea abbia Ortopedia e Chirurgia, ma i reparti sono chiusi da sempre per carenza di personale. La situazione è paradossale: i posti letto risultano conteggiati, come se fossero attivi, ma i reparti non esistono». Un "giochetto", quest'ultimo, indispensabile per raggiungere i Livelli essenziali di assistenza. È come se in un censimento si contassero anche le persone decedute per dimostrare un aumento della popolazione.
Accanto a lui, Domenico Cortese del Comitato Costa degli Dei ha annunciato l’avvio di un percorso di mobilitazione popolare permanente:

«La nostra richiesta è l’applicazione del Decreto 30/2016, che stabilisce che Tropea deve essere un ospedale generale con tutti i reparti fondamentali. Senza una sanità pubblica efficiente, famiglie e lavoratori non hanno alternative».

Il racconto di chi la crisi la vive dall’interno: la voce del sindacato

Il contributo centrale della puntata è arrivato dall’intervista a Serafino Pantano, dirigente del sindacato Nursing Up, raccolta da Stella pochi minuti prima della diretta. Pantano ha descritto una situazione drammatica: «Attualmente il reparto di Urologia è chiuso. Siamo rimasti in due medici, ma uno è in congedo: con un solo urologo non si può garantire un servizio H24. Dal 19 aprile manca anche l’anestesista dedicato alla sala operatoria. Per operare ne servono due: uno per le urgenze, uno per il blocco operatorio. Con un solo anestesista, la chirurgia è impossibile».
Una carenza nota da anni ma mai programmata. «Si sapeva da tempo dei pensionamenti in arrivo - sottolinea il sindacalista -, ma non è stata fatta alcuna programmazione. L’atto aziendale è stato riscritto di recente, ma ricalca quello del 2016: sulla carta tutto funziona, nella realtà nulla si realizza».
Pantano ricorda anche che Urologia segue centinaia di pazienti con patologie gravi, comprese quelle tumorali: il trasferimento delle cure verso Catanzaro comporta ritardi pericolosi per diagnosi e interventi.

Intanto la Regione firma un accordo con l’Emilia Romagna

Durante la diretta, Cambareri ha comunicato un aggiornamento arrivato in redazione: il presidente della Regione Roberto Occhiuto ha annunciato un accordo imminente con l’Emilia Romagna per frenare l’emigrazione sanitaria.
«Freniamo pure la fuga dei calabresi verso il Nord – ha commentato il conduttore – ma intanto chi garantisce i servizi che a Tropea non ci sono più?».

Il nodo anestesisti: un bando sparito nel nulla

In esterna si è tornati sulla questione più urgente: l’Asp di Vibo Valentia, a giugno scorso, ha emanato un bando per dieci anestesisti. Ma nessuno sa che fine abbia fatto.
Rotolo è netto: «Se il bando lo fai quando sei già in emergenza, hai sbagliato tempistica. La programmazione si fa prima. È compito dell’azienda prevedere i pensionamenti e agire per tempo».

La crisi è nazionale: i tagli colpiscono anche le eccellenze

Cortese ha inserito la vicenda tropeana nel contesto più ampio, sottolineando che «la sanità calabrese vive la stessa crisi che sta colpendo l’intera nazione». «Anche regioni come l’Emilia Romagna – continua - iniziano a soffrire per i tagli lineari e per fondi che non recuperano neanche l’aumento dei prezzi causato dall’inflazione».
Intanto comitati e lavoratori si preparano a riattivare la mobilitazione, come nelle grandi proteste del 2011 e del 2016.

I primi cittadini scendono in campo: Conferenza dei sindaci lunedì alle 16

Il sindaco di Drapia, Alessandro Porcelli, ha lanciato un appello forte: «Tropea accoglie milioni di persone: senza questo ospedale quali presidi possono esistere? I sindaci si stanno muovendo. Lunedì alle 16 ci incontreremo a Vibo Valentia per la Conferenza dei sindaci: se arriverà tanta gente, ci sposteremo nella sala della Provincia. È una questione morale». Porcelli ha anche messo in guardia sugli effetti dell’autonomia differenziata che «potrebbe creare problemi seri a territori che non hanno risorse proprie».

Operatori turistici e cittadini chiamati a raccolta

Intervenuto negli ultimi minuti, l’ex consigliere comunale Antonio Piserà ha sottolineato il ruolo del turismo: «La domanda turistica di qualità passa da una sanità di qualità. Destagionalizzare significa garantire servizi tutto l’anno. Senza ospedale, il territorio perde credibilità».
Il Comitato Civico Pro Ospedale, intanto, annuncia le prossime mosse: delibere omogenee dei consigli comunali, pressione su Regione, azienda sanitaria e Prefettura, e una mobilitazione ampia dei cittadini. «Non è solo un problema di diritti – ha ribadito Rotolo – ma di dignità».