Rsa di Drapia ancora senza convenzione: «C’è chi si sta vendendo la casa». Nuova protesta davanti all’Asp di Vibo
Lavoratori e familiari dei pazienti del Don Mottola sono scesi ancora una volta in strada per denunciare la mancata copertura finanziaria da parte delle Regione. Durissimo il direttore sanitario Capomolla: «Ci sono dirigenti che guadagnano 245mila euro all’anno e intanto la gente muore»
Sono tornati a protestare questa mattina davanti alla sede dell'Asp di Vibo Valentia i dipendenti e i familiari dei pazienti della Rsa Don Mottola Medical Center di Drapia. Un nuovo sit-in per rivendicare il diritto alle cure sanitarie e chiedere con forza la convenzione con il Servizio sanitario nazionale. Ai piani alti dell’Asp non siede più il commissario Vittorio Piscitelli. Al suo posto un altro ex prefetto, Gianfranco Tomao, ma per la struttura di Drapia, la situazione, per ora, non è cambiata.
Sul tavolo c’è sempre lo stesso nodo da sciogliere: il Don Mottola è accreditato dalla Regione, ma l’Azienda sanitaria di Vibo non è ancora destinataria dei fondi che consentirebbero ai pazienti ospitati di essere assistiti in convenzione con il sistema sanitario pubblico. In altre parole, sono costretti a pagare una retta che, invece, dovrebbe essere coperta dalla Regione. Una situazione che determina disagi enormi per famiglie che spesso non si possono permettere questo esborso. E c’è anche chi per far fronte alle spese ha messo in vendita la propria casa.
«Non è possibile che da tre anni che promettono, promettono e non fanno mai nulla - dice una donna che ha un proprio congiunto ricoverato a Drapia -. Non hanno proprio coscienza. Non si mettono nei panni degli altri? Non vedono tutta questa gente che soffre? Sono tre anni che aspettiamo risposte…».
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«Intanto i nostri pazienti sono costretti a pagare di tasca propria delle cure che sono necessarie e di cui non possono fare a meno – incalza un operatore della Rsa -, e si ritrovano sempre a dover fare dei sacrifici. C'è tra i nostri pazienti chi sta vendendo la casa, chi non è in grado di andare avanti, chi ha dovuto togliere il proprio caro della nostra struttura».
Durissima la denuncia del direttore sanitario del Don Mottola, Soccorso Capomolla, da sempre in prima fila durante le proteste che si sono susseguite negli ultimi anni.
«Abbiamo l'urgente necessità che venga pubblicata la delibera per la rete territoriale di Vibo perché altrimenti verrà distribuito il fondo sanitario e noi saremo tagliati fuori ancora una volta – afferma con forza -. Parliamo di 6 milioni di euro che mancano su Vibo, ma nessuno mette mano a questa rimodulazione dei fondi perché non si vogliono mettere in crisi i “giochi” già fatti sul riparto del fondo nelle altre province. Un atteggiamento che non ha più alcuna più giustificazione. Qui mancano i servizi e la gente muore. Basta leggere le percentuali: 12% di mortalità in più dopo un infarto e più 26% per un ictus. Queste sono morte evitabili».
Poi l’attacco più veemente: «Abbiamo funzionari e dirigenti che prendono 247mila euro l’anno. Lo stesso stipendio del Presidente della Repubblica per avere questa porcheria?».
Una delegazione guidata dal direttore sanitario soccorso Capomolla è stata poi ricevuta dal commissario straordinario dell'Asp.