Medici in fuga e attese infinite per un’ambulanza, da Nicotera il grido di Difesa diritti del territorio: «Ora basta, salviamoci la vita»
Alla vigilia della riunione convocata dal prefetto per discutere della crisi della sanità vibonese, l’associazione fa il punto di tutte le criticità e si appella al sindaco e ai concittadini: «Mobilitiamoci e se è il caso cambiamo provincia come sta facendo Serra»
«Sì, Nicotera s’è rotta. S’è rotta di chiedere, implorare, elemosinare cose che Costituzione, leggi nazionali e leggi regionali le assegnano di diritto. S’è rotta di assistere allo scempio della sanità nel Vibonese. S’è rotta di aspettare che la politica batta un colpo; che le istituzioni squarcino il loro ormai inaccettabile muro di silenziosa indifferenza; che l’‘intellighenzia’ vibonese continui ad accentrare tutto sul capoluogo senza rendersi conto che la periferia sta morendo; che i giovani debbano abbandonare la loro terra per costruirsi altrove il futuro. Adesso basta». È la prorompente denuncia dell’associazione nicoterese Difesa diritti del territorio, alla vigilia della riunione convocata per domani 3 dicembre dal prefetto Colosimo per discutere della profonda crisi che la sanità vibonese sta attraversando.
Sanità, Capomolla cala l’asso sul tavolo della Prefettura: un Dca “ombra” per ridurre il divario vibonese«La gente muore o rischia di morire senza potersi curare – tuona il sodalizio presieduto da Pino Brosio –; muore in macchina, per strada, mentre qualcuno cerca di farla arrivare al pronto soccorso perché il tanto decantato servizio di emergenza-urgenza centralizzato è un fallimento ormai sotto gli occhi di tutti; perché la guardia medica nel momento del bisogno magari risulta ‘scoperta’, perché il medico dell’Aft non può fare visite domiciliari o prestare soccorso in caso di incidenti. Come membri dell’associazione Difesa diritti del territorio e come cittadini non possiamo assistere passivamente al disagio di centinaia di assistiti senza medico di famiglia, alla guardia medica dimezzata, all’Aft inefficace, all’organico del personale infermieristico ridotto al lumicino, alla Casa di Comunità col cantiere aperto a poca distanza dalla scadenza dei termini per la conclusione lavori. Non possiamo neppure accettare il delittuoso declassamento degli ospedali di Tropea e Serra nonché di tutte le strutture poliambulatoriali del Vibonese oltre a Nicotera, alla fuga di medici dall’Asp di Vibo, ai disagi che si vivono nei pronto soccorso, alla mancanza di posti letto. La nave dell’Asp sta affondando. Per migliorare la situazione non serve cambiare il ‘capitano’ né triplicarlo, bisogna costruire una nave nuova dotandola di un equipaggio capace di leggere le esigenze del territorio e di programmare».
Difesa diritti del territorio cita quindi i dati emersi dal rapporto Agenas sullo stato di salute di Asl e Ospedali, secondo cui l’Asp di Vibo Valentia è all’ultimo posto in Italia per i tempi di intervento delle ambulanze (ben 35 minuti) e all’ultimo posto per i tempi d’attesa al pronto soccorso. «Come se non bastasse – aggiungono dall’associazione –, il decreto n.302/2025 del commissario ad acta Roberto Occhiuto tronca ogni speranza di cambiamento riducendo le risorse dell’Asp per il prossimo triennio anziché incrementarle e, con ogni probabilità, la condanna a vestire la ‘maglia nera’ in eterno. Se così è, come Ddt, esprimiamo piena solidarietà alle popolazioni di Tropea e di Serra in lotta per salvare il loro ospedale, ai sessanta dipendenti del Medical Center don Mottola di Drapia vicini a perdere il lavoro e ai malati ivi ricoverati costretti a pagarsi di tasca propria cure di cui dovrebbero godere gratuitamente. Piena solidarietà anche al dottor Soccorso Capomolla amministratore dell’unica struttura privata del Vibonese regolarmente autorizzata e accreditata dalla Regione, che, pur offrendo un servizio non esistente nel settore pubblico, si vede negata da circa tre anni la convenzione dai vertici dell’Asp».
Quindi l’appello ai cittadini di Nicotera e dintorni: «Nel ringraziare il sindaco di Joppolo per aver richiamato l’attenzione, in Conferenza dei Sindaci, sulle carenze sanitarie nel comprensorio di Nicotera, esortiamo i cittadini a mobilitarsi per la tutela del diritto alla salute e invitiamo il sindaco di Nicotera a mettersi alla testa di un movimento capace di far arrivare in alto la voce del proprio malcontento, senza escludere l’ipotesi di ridare corpo all’idea di cambiare provincia per come sta avvenendo a Serra. Il tempo dell’attesa è finito. Uniamo le nostre forze. Salviamoci la vita», la conclusione.
Quella nicoterese non è l’unica associazione del territorio che in questo delicato momento sta tenendo gli occhi aperti sul tema sanità. Domani in concomitanza con la riunione in Prefettura, alle ore 16 diversi sodalizi si sono dati appuntamento davanti al Palazzo di Governo per manifestare insieme e ribadire che “la sanità vibonese non deve morire”, come recita il loro slogan. Tra di esse, l’osservatorio civico Città attiva, l’associazione Insieme per il bene comune, il Comitato San Bruno, il Comitato civico Costa degli dei, l’associazione Artigianfamiglia, Libera Vibo Valentia.