Laboratori d’analisi in tilt, l’Asp di Vibo diffida la società che gestisce i server ma il caos cresce: il caso Tropea
Un disservizio grave e persistente da settimane sta mettendo in ginocchio i laboratori analisi dell’Asp di Vibo Valentia, impossibilitati a rilasciare referti, con ripercussioni drammatiche sui pazienti, in particolare quelli oncologici. La situazione già critica da tempo, interessa anche al presidio ospedaliero di Tropea. A segnalare a Il Vibonese.it quanto si è verificato stamane è Catia Viscomi, parente di un paziente oncologico in cura al nosocomio. «Mio padre – ci spiega – la settimana scorsa si è visto negare la possibilità di effettuare esami ematici cruciali per il monitoraggio della sua patologia, a causa del malfunzionamento del sistema informatico. Sono stata dunque costretta a portarlo in una struttura privata a Vibo per far eseguire le analisi, con l’ulteriore aggravante che i risultati, eseguiti in un laboratorio diverso dall’ospedale di Tropea dove abitualmente viene effettuato il servizio, non erano affidabili per il confronto con le precedenti». Già, oltre al danno di doversi spostare e pagare una struttura privata, la beffa di sentirsi rispondere che «cambiando laboratorio, cambiano anche macchinari e reagenti chimici, quindi i referti non possono essere validi».
La situazione si è fatta ancora più paradossale quando, tornando al laboratorio analisi di Tropea per protestare, Viscomi, che voleva presentare un’esposto ai carabinieri su quanto stesse accadendo, ha scoperto che il servizio per i pazienti oncologici (con codice specifico “048“) «era invece garantito. Mi hanno anche chiesto scusa i tecnici perché non sapevano chi avesse dato a mio padre in precedenza queste informazioni sbagliate», specificandole poi che «il servizio per i pazienti oncologici è garantito fin dall’inizio del disservizio». Per Viscomi, «un’ammissione che svela una profonda falla nel sistema informativo interno, dove le comunicazioni ai pazienti e ai loro familiari avvengono spesso solo a voce e in modo contraddittorio», come dimostra il cartello affisso all’ingresso del laboratorio di Tropeache recita: “Per problemi al sistema informatico dell’Asl, non possiamo eseguire esami non urgenti – senza specificare però quali categorie invece hanno invece diritto al servizio -. Non si conoscono i tempi necessari alla riparazione del problema. Prima di recarvi presso il nostro laboratorio lunedì chiamare la segreteria dalle 7:30 allo 0963-962811“.
«Oltre al disservizio – prosegue ancora Viscomi nel suo racconto – c’è anche un problema di natura informativa, ci sono informazioni sbagliate che poi vengono date ai pazienti», evidenziando il grave impatto emotivo e pratico che questo caos ha su chi già combatte contro una malattia seria. «Uno si trova non solo a combattere con la malattia, a fare chilometri e chilometri per poter essere curato perché in Calabria, come si sa, la situazione non è delle migliori. Mio papà ormai si cura a Roma da anni. Non solo devi combattere con la malattia, la distanza, eccetera, ma devi combattere anche con un sistema sanitario regionale che è veramente disastroso, al quale io chiedevo semplicemente delle analisi, ma neanche quelle praticamente ti vengono quasi garantite».
La diffida dell’Asp e la ricerca delle responsabilità
A conferma della gravità della situazione, cristallizzata appena due giorni fa a Il Vibonese.it dallo stesso commissario straordinario Piscitelli, il quale ha imputato la responsabilità all’Enel, l’Azienda sanitaria provinciale di Vibo Valentia ha emesso un comunicato stampa in cui riconosce il disagio e cerca di fare chiarezza. La Commissione straordinaria dell’Ente ha infatti dichiarato che «il problema è causato dai continui cali di tensione della linea elettrica» ed ha annunciato di «aver già trasmesso una formale diffida alla società che gestisce la manutenzione del server informatico», accusandola di «aver causato interruzione di pubblico servizio» e sollecitandola a «risolvere immediatamente il malfunzionamento e riattivare tempestivamente il servizio». Pur esprimendo «piena apertura alla comunità per la corretta relazione attiva» e invitando i cittadini a «rivolgersi all’Ufficio comunicazione e Urp tramite telefono o e-mail», non fornisce una data certa per il ripristino completo del servizio, limitandosi a un generico «nel più breve tempo possibile».