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06/08/2025 ore 17.44
Politica

Stabilizzazione dei 34 Tis alla Provincia, Brosio e Calafati (Noi moderati): «Tutto tace, politica e lavoratori ostaggio di L'Andolina»

Coordinatore e consigliere criticano la gestione della faccenda, sottolineando come la strategia di legare le sorti dei tirocinanti all'approvazione del bilancio metta a rischio il futuro delle stesse persone
di Redazione

In una nota congiunta, il coordinatore provinciale di Noi Moderati, Nicola Brosio, e il consigliere provinciale Giampiero Calafati, intervengono sulla questione dei Tis (Tirocini di inclusione sociale), respingendo le accuse di strumentalizzazione politica e puntando il dito contro la gestione del presidente provinciale, Corrado L’Andolina. «Non corrisponde assolutamente al vero quanto apparso nei giorni scorsi in alcuni articoli di giornale – scrivono Brosio e Calafati -, i 34 Tis in carico alla Provincia non sono assolutamente ostaggio della politica, ma è la politica e i Tis che sono ostaggio di un presidente – L’Andolina ndr – che, pur non avendo più una maggioranza in Consiglio, né una legittimazione da parte dei sindaci della provincia, vuole per forza continuare a ricoprire il ruolo per il quale non ha più i requisiti democratici. Tanto può evincersi dai verbali dell’ultimo Consiglio provinciale, in cui il consigliere Calafati, a nome di tutto il gruppo, ha chiesto al presidente e agli altri membri del Consiglio, di voler affrontare e porre quale primo punto all’ordine del giorno la questione Tis».

«La risposta del presidente è stata secca – prosegue la nota stampa congiunta – : “La discussione la dirigo io e di Tis si parlerà solo se prima viene approvato il bilancio”. Dura la replica del consigliere Calafati, il quale ha ribadito la necessità di sganciare la problematica dei Tis (per l’estrema delicatezza della questione di natura sociale) dal bilancio, atto prettamente politico, in un quadro in cui il presidente ha ben chiaro di non avere più i numeri sufficienti in Consiglio, né è stato in grado di ottenere un parere favorevole da parte dell’Assemblea dei sindaci, o meglio un numero legale adeguato perché la stessa possa legittimamente dichiararsi valida».

«Da tanto occorre porsi delle domande: Chi è ostaggio di cosa? Chi ricatta la politica? Chi strumentalizza la dignità di 34 persone e delle loro famiglie per ottenere quei risultati in termini di voti in seno al consiglio per rimediare a quelle scelte politiche adottate in questi mesi che tali risultati non garantiscono più? Forse sarebbe stato politicamente e umanamente corretto discutere della vicenda appena era stato richiesto e provvedere immediatamente alla pubblicazione di quella delibera, pubblicata invece a tarda sera, a Consiglio provinciale andato a vuoto per mancanza del numero legale, delibera che ha più il sapore dell’ultima ancora di salvezza a cui aggrapparsi, piuttosto che a una reale volontà politica di porre fine ad una drammatica emergenza sociale. Intanto, tutto tace. Le sorti dei lavoratori sono legate all’approvazione del bilancio che i consiglieri, con lo stesso atto di responsabilità con cui lo hanno adottato, potrebbero approvare. Il presidente L’Andolina – concludono poi Brosio e Calafati – convochi il Consiglio provinciale in tempi brevi e si assuma le proprie responsabilità, quelle stesse responsabilità più volte chieste dalla maggioranza dei consiglieri».