Sanità vibonese, la coalizione progressista contro il direttivo della Conferenza dei sindaci: «Mostri finalmente coraggio»
Riunione delle forze politiche dell’area progressista di Vibo Valentia per affrontare diversi temi, dalle prossime elezioni del Consiglio provinciale del 12 dicembre alla crisi della sanità vibonese che sarà peraltro al centro di un vertice in Prefettura oggi pomeriggio. Alla riunione hanno preso parte per il Pd Gernando Marasco e Teresa Esposito, per il M5s Michele Furci e Luisa Santoro, per Sinistra italiana Alfonso Galati e Fortunato Petrolo, per Progetto Vibo Maria Trapani.
Per le elezioni provinciali gli esponenti dell’area progressista vibonese hanno ribadito «l’importanza del voto per poter eleggere un Consiglio in grado di dare la giusta autorevolezza istituzionale ad un Ente chiamato a rappresentare gli interessi di un territorio marginalizzato dalle politiche regionali del centrodestra in tutti i campi. Per queste ragioni il prossimo voto, sarà determinante per segnare una svolta contro la politica dell’abbandono e dei tagli indiscriminati che tanto stanno penalizzando l’intero territorio provinciale. Una nuova maggioranza progressista e riformista quindi in un Consiglio provinciale che saprà mettere in campo una politica alternativa e di opposizione alle politiche del centro destra e al suo Presidente eletto con i voti del medesimo schieramento».
In merito alla crisi che sta attraversando la sanità vibonese, tra medici in fuga e strutture sempre più povere con tutti i disagi che ne conseguono per i cittadini, il coordinamento dell’area progressista invita i cittadini «a prendere coscienza di questo intollerabile degrado sanitario e di aderire alla mobilitazione generale. Non è più tempo di proclami, qui c’è bisogno di mettere in campo ogni azione finalizzata a ripristinare le regole democratiche a tutela della salute e garantire i servizi sanitari nella nostra provincia».
Sanità vibonese, Romeo scrive a Occhiuto: «Vieni alla riunione». E sconfessa Giordano: «Il suo giudizio sul Dca non è quello dei sindaci»«Per tali ragioni le forze politiche e il coordinamento dell’area progressista – fanno sapere –, apprezzando e sostenendo l’azione intrapresa dal sindaco Enzo Romeo, aderiscono alla mobilitazione generale contro il commissario regionale e presidente della Regione. Noi la condividiamo e la facciamo nostra, chiamando altresì alle proprie responsabilità la maggioranza della Conferenza dei sindaci e dell’esecutivo di maggioranza di centrodestra, che si sta rilevando del tutto inadeguato sul fronte della proposta preventiva, alternativa e contrattante da proporre con atti deliberativi puntuali della stessa conferenza. Vista la gravità in cui si è giunti, non è più tollerabile assistere a una maggioranza dell’Esecutivo della Conferenza dei sindaci che pare abbia abdicato al suo ruolo di governo politico amministrativo della Sanità vibonese, limitandosi ad esercitare con modalità convegnistica il puro lamento o a sollecitare attenzione da parte delle burocratiche decisioni del management dell’Asp e di quelle più politiche del governatore commissario. Perciò invitiamo la maggioranza del gruppo ristretto della Conferenza dei sindaci ad avere più coraggio con un gesto forte di protesta con un atto politico degno del baratro in cui è caduta la sanità vibonese».
Sanità, Giordano vede il bicchiere mezzo pieno: «Con l’ultimo Dca la Regione riconosce l’emergenza Vibo»In particolare l’area progressista chiede ai sindaci del Comitato ristretti di dimettersi «fin tanto che l’Asp di Vibo non ottenga le risorse necessarie a una svolta decisa e concreta. Un gesto che elevi il tono dello scontro istituzionale e perciò assunto politicamente da maggioranza ed opposizione che, per una volta uniti in nome della dignità dei cittadini di questa provincia, sia in grado di rimettere in discussione come sovrastruttura politico-istituzionale vibonese incrostati equilibri politici regionali. Un fermento rinnovato da classe dirigente che avverta il pericolo del precipizio in cui si è piombati giacché, senza l’autorevolezza dell’autonomia della rappresentanza dei cittadini, preverranno le forze disarticolanti che finiranno per azzerare del tutto ogni presidio sanitario già di per sé molto compromesso».