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03/09/2025 ore 17.48
Politica

Regionali, scricchiola la candidatura di Talarico (Avs) mentre la discesa in campo di Limardo genera malcontento nella Lega di Vibo

L’assessore della giunta Romeo non dovrebbe essere della partita come ipotizzato in un primo momento. Per il partito di Bonelli e Fratoianni è in corsa invece Mimmo Lucano, anche se non è esclusa la sua incandidabilità. E nel Carroccio Mino De Pinto sbotta contro l’ingresso dell’ex sindaco
di Enrico De Girolamo

Per uno che va, un altro che viene. Scricchiola la candidatura di Marco Talarico per Avs (area Verdi), assessore comunale al Personale e agli Affari generali del Comune di Vibo. A pesare sarebbe stata proprio la sua partecipazione all’esecutivo comunale, che vede già due assessori candidati, uno già ufficializzato (Miceli del M5s) e l’altro ancora da confermare (Soriano del Pd). Il rischio è che il sindaco Romeo si ritrovi con una giunta azzoppata e con la necessità di rimettere in gioco le deleghe in un momento di grande incertezza, con ambizioni di governo cittadino che si fanno sempre più fameliche e da tempo minacciano la tenuta dell’Amministrazione.

Contestualmente, però, sempre per il partito di Bonelli e Fratoianni, arriva la conferma dal diretto interessato che Mimmo Lucano sarà in corsa alle Regionali del 5 e 6 ottobre in tutti e tre i collegi calabresi. «Ho deciso, mi candido», ha annunciato in un’intervista al Manifesto l’europarlamentare e sindaco di Riace. «Ho deciso – ha continuato – dopo aver assistito al linciaggio a cui è stata sottoposta Donatella Di Cesare, hanno provato a chiuderle la bocca». La filosofa originaria di Siderno, anche lei candidata nella lista di Avs a sostegno di Pasquale Tridico, è stata fortemente criticata nei giorni scorsi dal centrodestra per un suo post del 2024 dedicato alla scomparsa di Barbara Balzerani, ex esponente delle Brigate rosse. «Una cosa vergognosa – dice Lucano – hanno tirato fuori i fantasmi della lotta armata per un post scritto e poi rimosso. Ma che c’entra la storia di Di Cesare, la storia nostra, con la lotta armata? Nulla».

Ma la questione non è ancora chiusa, perché su Lucano potrebbe pendere una causa di incandidabilità dopo la condanna a 18 mesi per falso ideologico nell’ambito del ben più ampio processo per favoreggiamento dell’immigrazione clandestina che lo ha coinvolto e dal quale è uscito assolto con sentenza della Cassazione nel febbraio scorso. Solo una determina, sulle 57 che gli erano state addebitate dall’accusa in merito alla gestione dell’accoglienza dei migranti a Riace, è stata ritenuta falsa. Da qui la condanna “residuale”, con pena sospesa, che ora però potrebbe compromettere la sua candidatura.

Intanto, dopo l’annuncio della candidatura di Maria Limardo per la Lega, sale la temperatura nel Carroccio vibonese, dove l’ingresso dell’ex sindaco di Vibo non è andato a proprio giù al commissario cittadino del partito, Mino De Pinto, che era dato tra i possibili candidati. Ora invece, si ritrova in casa l’ingombrate figura dell’ex esponente di Forza Italia pronta a cogliere i frutti, se ce ne saranno, di quanto seminato. Un copione, a dire la verità, già visto nel corso degli anni in diverse province calabresi, a cominciare proprio da quella vibonese, con i militanti della prima ora, quelli inevitabilmente più esposti alle critiche per la loro adesione a un partito post secessionista e poi messi da parte in occasione delle tornate elettorali.