Piscitelli era troppo scomodo? Il cambio all’Asp di Vibo in piena campagna elettorale alimenta i dubbi. Romeo: «Un errore allontanarlo»
«Piscitelli aveva dimostrato di essere una persona estremamente attenta alle istanze che venivano dalla città e dalla provincia, una persona capace di dare anche risposte per quello che gli era possibile. Per cui ritengo che sia stato un errore allontanarlo. Non ho contezza sulle motivazioni, ma ritengo che sia stato un errore». Il sindaco di Vibo Enzo Romeo esprime perplessità sull’avvicendamento alla guida dell’Asp di Vibo, che ha visto Vittorio Piscitelli, dopo appena 10 mesi dal suo insediamento, passare il testimone ad un altro ex prefetto, Gianfranco Tomao.
Le considerazioni del primo cittadino, raccolte da Il Vibonese a margine dell’ultima Conferenza dei sindaci, non sono ovviamente rivolte contro il nuovo commissario, con cui il Comune dovrà dialogare e collaborare alla stregua di quanto fatto precedentemente con chi si è succeduto alla guida dell’Azienda sanitaria provinciale, ma riflettono le perplessità di molti che finora non sono state stemperate da alcuna spiegazione su un cambio di guardia così repentino. D’altronde, lo stesso Piscitelli, in un’intervista concessa al nostro giornale, ha espresso tutta la sua sorpresa, dichiarando di non conoscere i motivi della decisione adottata dal Governo.
Di certo, però, c’è che negli ultimi tempi i rapporti tra quello che è ormai l’ex commissario straordinario dell’Asp e la Regione si erano fatti tesi. In diverse occasioni, infatti, Piscitelli aveva segnalato la mancanza di risposte da parte della Cittadella, soprattutto in merito alla rimodulazione del piano del fabbisogno del personale, oggettivamente sottodimensionato anche a causa di alcuni errori che nel corso degli ultimi mesi hanno ipotecato la pianta organica dell’Asp. Una situazione che nei fatti ancora lega le mani all’Azienda, impossibilitata a procedere ad assunzioni che vadano oltre i tre mesi, quelle per somma urgenza. Una durata contrattuale, quella trimestrale, che ha scarsissimo appeal, tanto che diversi avvisi pubblici e bandi, soprattutto per il reclutamento di infermieri e oss, sono andati deserti. Di conseguenza, i tre ospedali vibonesi sono andati in affanno e la mobilità interna, obbligatoria in questi casi, necessaria per tappare le falle dove si aprivano anche a causa delle ferie estive, ha creato non pochi malumori.
La coincidenza della “rimozione” di Piscitelli con la campagna elettorale per le regionali lampo (si vota il 5 e 6 ottobre) innescate all’inizio di agosto dalle dimissioni del commissario ad acta e governatore Roberto Occhiuto (ormai anche lui “ex”, almeno per il momento), lascia aperta la porta a speculazioni politiche. Piscitelli era troppo scomodo per restare al suo posto?
«Da parte della Regione c’è stata poca attenzione a quelle che sono state le richieste dell’Asp e della Conferenza dei sindaci», si limita a rispondere Romeo, immerso anche lui, suo malgrado, nella campagna elettorale che potrebbe decimare la sua giunta a causa dei numerosi assessori candidati. «Se il contrasto con la Regione dovesse essere il motivo per cui Piscitelli è stato mandato via sarebbe una cosa grave – continua il sindaco, senza però indugiare in speculazioni politiche più ficcanti – perché significa che chi in qualche modo aveva e ha la necessità di dare risposte ai vibonesi non ottiene ascolto dalla Regione. Questo deve farci riflettere. Bisogna che in futuro questo non avvenga più, perché quando un commissario viene destinato a un incarico deve avere la possibilità di lavorare».