La crisi politica in Provincia a Vibo è ufficiale, il Centrodestra in Consiglio scarica L'Andolina che replica: «Addolorato ma accetto decisione»
La seduta odierna del Consiglio provinciale di Vibo Valentia è stata caratterizzata da forti tensioni politiche, culminate con la richiesta ufficiale di dimissioni del presidente Corrado L’Andolina da parte dei gruppi di centrodestra. Nonostante il clima di scontro, il Consiglio ha comunque approvato atti importanti come il Rendiconto per l’esercizio 2024, l’avvio dell’iter d’approvazione del bilancio di previsione 2025-2027 e il Piano di dimensionamento scolastico provinciale 2026-2027. I gruppi consiliari “Centro Destra per Vibo”, composto da Carmine Franzè, Serena Loschiavo e Vincenzo Pagnotta, e “Vibo al Centro Unica e legata nella concretezza”, formato da Cosimo Nicola Papa, Alessandro Lacquaniti e Giampiero Calafati, entrambi ex sostenitori di L’Andolina alle ultime elezioni provinciali, hanno formalizzato la richiesta di dimissioni.
Vincenzo Pagnotta, capogruppo di “Centro Destra per Vibo” e riferimento di Forza Italia, ha dichiarato: «Proseguire su questa strada significherebbe volere il male del nostro territorio. Riteniamo inevitabile, quindi, chiudere questa stagione politica. La fiducia che da sempre le abbiamo accordato è stata irrimediabilmente compromessa. In questo contesto l’unico atto dignitoso e risolutivo rimasto è quello delle sue dimissioni immediate. La Provincia di Vibo non può più essere ostaggio di un protagonismo sterile e autoreferenziale che danneggia non solo l’operatività dell’Ente ma anche il tessuto democratico che lo sostiene».
Sulla stessa linea, Alessandro Lacquaniti, capogruppo di “Vibo al Centro Unica e legata nella concretezza”, ha evidenziato le criticità: «Le strade provinciali affondano, gli interventi strutturali e infrastrutturali sono inesistenti, la programmazione nelle materie di competenza provinciale è di fatto un copia incolla degli anni precedenti. In due anni il presidente L’Andolina è passato da una maggioranza di centro destra, a cui appartiene almeno formalmente, ad una maggioranza sostenuta da parte del centrosinistra, creando confusione e irritazione tra i cittadini». Lacquaniti ha poi concluso chiedendo a nome del suo gruppo le dimissioni del presidente. Nonostante le richieste di dimissioni, entrambi i gruppi hanno assicurato il loro voto responsabile su bilancio e rendiconto finanziario «per il bene dell’Ente e del territorio e della comunità provinciale».
La replica di L’Andolina in Consiglio
Il presidente L’Andolina ha replicato alle accuse, esprimendo un rammarico personale ma ribadendo il suo impegno istituzionale: «Non nego che il comunicato di Forza Italia mi abbia colpito, più sul piano personale che su quello politico. Ho provato sconforto e anche dolore ma accetto la decisione. Le nostre strade si sono divise. Non ho ancora maturato una decisione sul mio futuro istituzionale. Porterò a termine l’iter del bilancio perché l’interesse dell’Ente e della comunità lo richiede. Poi, con serenità e rispetto verso tutti, sceglierò la strada che riterrò più giusta». L’Andolina ha inoltre sottolineato: «Il bilancio va approvato poiché senza, l’Ente rischia un danno irreversibile. Ho sempre cercato di onorare il mio ruolo senza distinzioni di colore politico, di territorio, di appartenenza. Ho lavorato per tutti».
Antonino Schinella del Partito Democratico ha commentato la situazione, definendola un «ulteriore fallimento politico del centrodestra vibonese». Schinella ha criticato la discussione incentrata sulle dinamiche politiche piuttosto che sui problemi reali come il deficit di 6 milioni di euro nel rendiconto: «Avrei voluto parlare di bilancio e di un rendiconto che presenta un deficit di 6 milioni di euro. Quel che emerge in maniera chiara è la coerenza del Partito Democratico che ho l’onore e l’onere di rappresentare qui in Consiglio. PD che è nei fatti l’unica forza politica all’opposizione». Nonostante le tensioni, i tre punti all’ordine del giorno sono stati approvati con nove voti favorevoli e un astenuto. Hanno votato a favore lo stesso L’Andolina, Carmine Franzè, Serena Lo Schiavo, Vincenzo Pagnotta, Cosimo Nicola Papa, Alessandro Lacquaniti, Giampiero Calafati, Nicola Lasorba e Vincenzo Lentini. L’unico ad astenersi è stato il consigliere Antonino Schinella.