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22/11/2025 ore 11.51
Politica

E tre, nessun candidato di Noi Moderati alle Provinciali: «Siamo stati i primi a tirarci fuori. L’Andolina? Come Nerone»

Con una nota firmata dal segretario provinciale Nicola Brosio il partito del consigliere regionale Vito Pitaro annuncia che non parteciperà alla tornata elettorale: «Inutile con questa legge». Il presidente della Provincia viene descritto come l’imperatore romano che «suona la lira mentre la città è in fiamme»

di Redazione

Ora è gara a rivendicare chi abbia deciso per primo di non partecipare alle prossime elezioni (12 dicembre) per il rinnovo del Consiglio provinciale di Vibo. A mettere il cappello sulla primogenitura è Noi Moderati, che nell’annunciare la decisione di non presentare candidati, interviene per ribadire una posizione definita «chiara e assunta per primi nel territorio», a fronte dell’identica scelta già ufficializzata da Fi e Fdi. La tornata elettorale – si spiega in una nota firmata dal segretario provinciale Nicola Brosio - è inutile e priva di reale significato politico a causa degli effetti distorti della legge Delrio.
Secondo il partito di Vito Pitaro, la normativa avrebbe dovuto accompagnare l’abolizione delle Province, un processo rimasto incompiuto che ha generato «un sistema istituzionale monco e profondamente distorto».

«Presidenti svincolati dal consenso popolare»

La nota denuncia gli effetti di un assetto che ha sottratto ai cittadini la possibilità di scegliere i vertici provinciali. «Oggi viviamo gli effetti di quella scelta incompiuta: presidenti svincolati dal consenso popolare, non sfiduciabili, e di fatto sganciati dai gruppi politici che pure li hanno espressi».

Nel caso di Vibo Valentia, la critica è diretta: il presidente L’Andolina viene descritto come «un’autorità isolata, impermeabile ai richiami della sua stessa maggioranza e totalmente estranea al principio basilare della responsabilità politica». Una figura che, secondo Noi Moderati, «ricorda Nerone: mentre la città brucia, lui suona la lira».

I territori montani chiedono di lasciare Vibo: «Segnale di collasso»

Il partito sottolinea come alcuni comuni del Vibonese – tra cui Serra San Bruno – abbiano deliberato il ritorno sotto la Provincia di Catanzaro. «Un fatto gravissimo e mai registrato in questa forma negli ultimi decenni».
La scelta, precisano, non deriverebbe da spinte identitarie ma dalla totale marginalizzazione delle comunità montane: «I consiglieri provinciali non contano nulla nelle decisioni provinciali. Alcuni territori sono ignorati e privati di ogni peso politico, e molte aree versano in condizioni amministrative e infrastrutturali disastrose». Per il partito, quando un territorio arriva a chiedere il cambio di Provincia «significa che il sistema è definitivamente al collasso».

La scelta di non presentare liste: «Un gesto politico responsabile»

Noi Moderati, dunque, rivendica di essere stato il primo soggetto politico del territorio a scegliere di non presentare liste alle provinciali. Una decisione descritta come un atto di responsabilità e non di disimpegno: «È un gesto politico responsabile per non legittimare un impianto che tradisce la rappresentanza, mortifica gli enti locali e priva i cittadini del diritto di scegliere i propri amministratori».

Il movimento afferma inoltre di accogliere con favore il fatto che altre forze politiche stiano maturando la stessa posizione: «Questa convergenza deve diventare lo stimolo per una battaglia nazionale, non una semplice rinuncia tattica».

Appello ai parlamentari: «Rivedere radicalmente la Del Rio»

La nota contiene un preciso invito alle rappresentanze istituzionali, incluso il deputato Riccardo Tucci del M5S, ritenuto su posizioni differenti: «Chiediamo ai parlamentari del territorio di farsi promotori in Parlamento di una revisione radicale della legge Delrio, per ripristinare l’elezione popolare diretta e ridare alle Province la dignità costituzionale e amministrativa necessaria per rappresentare davvero i territori».

Il comunicato si chiude con un messaggio netto: «La nostra non è una fuga: è una denuncia, è una proposta, è una battaglia che vogliamo portare avanti con coerenza e responsabilità».