Crisi Provincia Vibo, Muratore: «Forza Italia simula la rottura ma resta sulle stesse poltrone»
«In politica, la coerenza è merce rara. Ma a Vibo Valentia, con l’ultima prova offerta da Forza Italia siamo otre l’incoerenza: siamo nel campo della pantomima». È la dura analisi offerta da Giuseppe Muratore, ex presidente del Consiglio comunale ed ex presidente del Consiglio provinciale in merito alla crisi che sta coinvolgendo l’ente intermedio. Nei giorni scorsi, infatti, la compagine del centrodestra ha ufficialmente chiesto al presidente L’Andolina le dimissioni.
«I consiglieri forzisti, pur accusando la presidenza L’Andolina di fallimento politico, hanno votato il bilancio e il rendiconto di gestione, gli atti più politicamente qualificanti di una amministrazione. Un controsenso clamoroso, che non può essere liquidato con le solite giustificazioni formali. Siamo di fronte – sostiene Muratore – a una recita maldestra, messa in scena da un partito che sembra aver smarrito non solo la linea politica, ma anche il senso stesso della propria presenza nelle istituzioni. In pratica: si urla al fallimento, ma si approva la continuità. La verità è semplice e amara: chi ha la responsabilità concreta di fermare una gestione che giudica fallimentare, ma non lo fa, ne diventa corresponsabile. Il voto favorevole al bilancio non è solo un segnale di debolezza: è un atto di sostegno mascherato da opposizione. Peggio ancora, è un segnale di paura».
L’ex consigliere provinciale si chiede: «Perché Forza Italia, di fronte a un’occasione storica per segnare una discontinuità e riaffermare un ruolo politico credibile, ha preferito salvare la forma e tradire la sostanza? Perché ha scelto la strada del compromesso silenzioso, anziché quella della chiarezza e del coraggio? In pratica si simula una rottura, ma si resta comodi sulle stesse poltrone. La risposta di tutto ciò va ricercata in dinamiche più profonde: il partito è lacerato da una crisi di identità e leadership, e sembra ostaggio di equilibri interni che nulla hanno a che vedere con le esigenze dei cittadini. Le voci critiche, come quelle del capogruppo Pagnotta, si fermano puntualmente prima del gesto risolutivo: tenersi stretta la delega all’edilizia scolastica, pur denunciando l’operato del Presidente, è il segno di un’opposizione più interessata a conservare postazioni di potere che a rappresentare un’alternativa reale».
Per Muratore, «il declino di Forza Italia a Vibo Valentia apparentemente iniziato con la sconfitta al Comune, è invece il risultato di una lunga deriva. Dopo il picco di consenso costruito intorno alla figura carismatica del senatore Mangialavori, il partito ha perso slancio, visione e compattezza, naviga senza rotta privo di leadership riconoscibile. Oggi si muove nel buio, senza guida, senza coraggio, senza progetto. E quel vuoto e già stato colmato da altri: figure collaterali, ambigue, cresciute all’ombra del partito e oggi pronte a prendersi la scena, con l’avallo di chi non ha più né la forza né la volontà di opporsi. Nel mezzo, ci sono i cittadini: stanchi, disillusi, presi in giro da un teatrino in cui chi urla allo scandalo, subito dopo ratifica gli atti del presunto colpevole. È il trionfo dell’ipocrisia politica, in un territorio che avrebbe invece bisogno di scelte nette, leadership autentiche e una politica che torni a essere servizio, non palcoscenico».
In questo scenario «desolante, l’unico a rivendicare una certa dignità istituzionale sembra essere proprio L’Andolina, che almeno si oppone alla logica delle spartizioni. Ma è una battaglia solitaria, forse tardiva, e comunque non sufficiente a nascondere la crisi sistemica di una classe dirigente che ha perso il contatto con la realtà. Se Forza Italia vuole tornare a contare – conclude l’ex consigliere provinciale- dovrà fare molto di più che votare bilanci a denti stretti o lanciare accuse senza conseguenze. Dovrà ritrovare una direzione, scrollarsi di dosso le ambiguità, scegliere da che parte stare. Perché chi recita in politica, prima o poi viene fischiato dal suo stesso pubblico».