Comune Vibo, la maggioranza rischia lo scivolone sul consuntivo e Romeo avverte Console: «Può tornare da dove è venuto»
Di solito, i governi – grandi e piccoli, nazionali e territoriali – cadono sui soldi. E ieri, se l’amministrazione Romeo è restata in piedi, lo deve all’opposizione, che al momento di votare il consuntivo 2024 è rimasta in aula non facendo venir meno il numero legale. Nel frattempo, infatti, cinque consiglieri di “quasi maggioranza” – i quattro del neo gruppo Democratici e Riformisti per Vibo e quello del gruppo Misto (Nico Console) – sono usciti dall’aula al momento clou. Forse speravano che nei dieci minuti concessi prima del nuovo e ultimo appello per verificare la validità della seduta il sindaco avrebbe mostrato la disponibilità politica che finora ha negato ai transfughi della sua lista. Forse non si sono resi conto che il plateale gesto politico avrebbe potuto avere conseguenze ben più gravi della semplice azione dimostrativa. Ma al netto di tutti i condizionali, nei fatti è stata la minoranza a fare da stampella (tranne Fdi), spinta soprattutto dalla volontà di votare Sì con la maggioranza a un consuntivo estremamente positivo (il disavanzo si è ridotto negli ultimi tre anni da 52 a 26 milioni di euro) che ritiene frutto del lavoro di risanamento della precedente amministrazione.
Certo, con più cinismo l’opposizione avrebbe potuto mettere in maggiore imbarazzo la maggioranza, assestando un colpo da Ko tecnico. Ma dopo tutti quei peana sciorinati in favore dell’ex sindaco Limardo probabilmente sarebbe apparso troppo incoerente non votare il consuntivo sul quale in molti oggi all’opposizione intravedono le stimmate della «santa subito», come qualcuno dalle file della maggioranza ha appellato sarcasticamente l’ex sindaco.
Che la tensione politica sia altissima lo dimostra anche il linguaggio mai così esplicito del sindaco Enzo Romeo, che ha messo da parte la sua proverbiale pacatezza per scandire in Consiglio che «Nico Console può tornare da dove è venuto», cioè le file del centrodestra, dimostrando almeno a parole di non aver nessuna intenzione di cedere alle pressioni dell’ex capogruppo di Forza Italia che su “delega” del consigliere regionale dem Ernesto Alecci, reso bramoso di tessere dall’imminente fase congressuale del Pd, ha orchestrato la nascita di Democratici e Riformisti di Vibo ai danni del gruppo Progetto Vibo, specchio della lista elettorale di Romeo.
«Non rientra nella normalità l’atteggiamento di un Nico Console – ha detto Romeo – che decide di formare il gruppo Misto e dopo due mesi si permette di entrare in maggioranza a gamba tesa cercando di creare un suo gruppo. Ritengo sia un’azione politica non corretta nei confronti della maggioranza e del sindaco. Per quanto mi riguarda il consigliere Console può tornare da dove è venuto. Anzi secondo me dovrebbe cercare di fare mea culpa per quello che sta succedendo e provare a non fare più danni».
Un messaggio che ha come contraltare le parole di Alessandra Grimaldi, capogruppo di Democratici e Riformisti, che ha denunciato mancanza di agibilità nella maggioranza: «Abbiamo riscontrato atteggiamenti di forte chiusura da parte di alcuni pezzi di maggioranza che pensano di governare le dinamiche politiche, non mediante l’utilizzo degli strumenti democratici del confronto e del rispetto reciproco, ma attraverso editti e liste di proscrizione, che anziché favorire il dialogo non fanno altro che condizionarla al punto di farle alzare muri divisivi incomprensibili sul piano politico». Da qui l’appello al sindaco «affinché si ripristini la vita democratica all’interno di una maggioranza in cui ogni gruppo abbia reciproca dignità». La risposta di Romeo, come accennato, è stata fulminante e, per analogia, estendibile anche ai quattro “consoliani”: potete tornare da dove siete venuti.