Fede e identità territoriale: successo per la rappresentazione teatrale sulla vita di San Pantaleone patrono di Limbadi
Fede e devozione da sempre rispecchiano non solo l’attaccamento a una religione ferrea, ma anche alle proprie radici che non possono essere scardinate. Ed è soprattutto attraverso cerimonie e rappresentazioni che questa fede viene rimarcata, come un mantra che ritorna ciclicamente sempre più solido. Gesti antichi ma significativi e che sia Limbadi che Serrata non hanno mai dimenticato o trascurato, soprattutto se si tratta di San Pantaleone, medico e martire del passato e patrono del paese.
La rappresentazione
Ogni anno, a fine luglio, c’è la festa in suo onore e anche stavolta una comunità raccolta tra fede e storia. Lo scorso 31 luglio, infatti, si è tenuta a Serrata la rappresentazione teatrale “Ti chiamerei Misericordioso” portata in scena dall’Associazione “I giovani di Limbadi”. Lo spettacolo è stato un concentrato potente di messaggi di misericordia e perdono. Le scene più belle e intese sono state quelle del Miracolo del fanciullo dal morso di una vipera, della guarigione del cieco, delle sofferenze e dei tormenti che ha subito il Santo e da cui è uscito vincitore. Ma la scena che ha senza dubbio, maggiormente stupito e attratto il pubblico è stata quella della tentazione che Pantaleone ha vissuto dopo aver ricevuto il Vangelo dal sacerdote Ermolao.
Insomma, le tante fatiche per organizzare e mettere in scena la rappresentazione sono state pienamente ripagate dal calore e dall’affetto ricevuto da tutti coloro che hanno assistito alla rappresentazione partecipandovi.
Impressioni positive
Comprensibilmente soddisfatti, dunque, gli organizzatori: «Le impressioni dell’Associazione sono assolutamente positive. Abbiamo intrapreso questo progetto con l’unica speranza di unirci e creare un ponte di devozione, accomunati non solo dalla fede per San Pantaleone ma anche dallo spirito di mettersi in gioco e di fare. Abbiamo avuto una bellissima accoglienza da parte della comunità di Serrata e ci siamo subito trovati in un ambiente familiare. Bisogna dire che le aspettative sono state corrisposte e, per certi versi, superate».
E ancora: «I ragazzi hanno dato il meglio nella rappresentazione e siamo orgogliosi del lavoro fatto sul palcoscenico. Ogni volta quando si chiude il sipario si fa un bilancio con i dovuti pro e contro, ma in questo caso vediamo solo pro. Ciò ci spinge a fare ancora di più, perché abbiamo altri progetti in mente e vogliamo portare la vita del santo anche in altri luoghi, facendo sì che l’associazione cresca sempre di più».