Con il coro polifonico “Pensieri, musica e parole” la magia del Natale arriva nel carcere di Vibo e nella Chiesa di Santa Maria del Soccorso
Il gruppo diretto dal maestro Antonio Romano incanterà il pubblico con un repertorio appositamente pensato per celebrare la nascita di Gesù. Al penitenziario invece la vocal ensemble animerà una celebrazione eucaristica per i detenuti
“Vinni ’nto mundu ’na Luci!” (È venuta nel mondo una Luce!). È questo il titolo del concerto che il Coro polifonico "Pensieri, Musica e Parole" diretto dal maestro Antonio Romano regalerà alla città, per incantare il pubblico con un repertorio appositamente pensato per celebrare la nascita di Cristo.
L'appuntamento è fissato per venerdì 19 dicembre presso la suggestiva cornice della Chiesa di Santa Maria del Soccorso di Vibo Valentia, alle ore 18:45. La chiesa si trasformerà, quindi, nello scenario ideale per accogliere un programma che spazia dalle melodie classiche natalizie e brani tipici della tradizione popolare calabrese. Le tessiture vocali del coro saranno impreziosite dalla partecipazione della solista, il soprano Marilena Scarmozzino.
L’evento, patrocinato dall’Associazione Chorus Inside Calabria e dalla Federazione Cori Italiani (Federcori), si pone come un momento centrale delle manifestazioni natalizie cittadine, alternando l'esecuzione dei brani a riflessioni che permetteranno ai presenti di vivere l'attesa del Natale con maggiore raccoglimento.
L’edizione di quest’anno del concerto di Natale, inoltre, non si concluderà sul sagrato della chiesa cittadina, ma si spingerà laddove la speranza è più necessaria. Infatti, il maestro Antonio Romano e la sua vocal ensemble varcheranno le soglie della Casa Circondariale di Vibo Valentia. All'interno del penitenziario, il coro animerà una celebrazione eucaristica per i detenuti, portando la musica sacra e la polifonia come strumenti di dignità e speranza oltre le mura.
La corale, quindi, intende dedicare parte della riflessione sul Natale proprio al tema della speranza dietro le mura, promuovendo una cultura della vicinanza che non dimentica gli ultimi. Il titolo del concerto, dedicato alla luce che arriva nel mondo, assume così un significato civile: la luce non è solo religiosa, ma diventa simbolo di un'opportunità di riscatto per chi vive in condizione di privazione della libertà, ricordando che il Natale appartiene a tutti, senza distinzioni.