Al via a Tropea la IX edizione di Teatro d'aMare: il festival che porta in scena inclusione e rigenerazione sociale
Performance, laboratori e dibattiti. La rassegna promossa da LaboArt con direzione artistica di Maria Grazia Teramo e Francesco Carchidi si terrà dall'11 al 13 settembre fra l'ex Monastero di Santa Chiara e il giardino del Museo diocesano
Prende il via domani la IX edizione di Teatro d’aMare, festival promosso da LaboArt con la direzione artistica di Maria Grazia Teramo e Francesco Carchidi. Quest'anno il festival, che si svolgerà dall'11 al 13 settembre, ha come tema centrale “La cura nella scena contemporanea”. Spettacoli, performance, installazioni e laboratori racconteranno come le arti possano diventare uno strumento di inclusione e rigenerazione sociale. I direttori artistici hanno spiegato che il tema della cura non è un concetto astratto, ma una pratica concreta. Significa "accogliere differenze, dare spazio a chi vive fragilità, trasformare i margini in luoghi di incontro". Per tre giorni, Tropea si trasformerà in un palcoscenico per una riflessione aperta e condivisa.
Il festival si aprirà l'11 settembre alle 17:30 all'ex Monastero di Santa Chiara con il dibattito “Arte-è-cura. Le arti performative quando diventano mezzo d’inclusione”, moderato da Francesca Saturnino. Seguirà l'installazione site-specific “Trans. Essere Paesaggio” di Pietro Spoto e Andrea Gerlando Terrana, un'esperienza immersiva e itinerante. La serata proseguirà al Museo Diocesano con “Nella mia stanza l’Orsa Maggiore”, un percorso accademico di LaboArt, e al Giardino del Museo con “Afànisi” del gruppo CTRL+ALT+CANC. La prima giornata si chiuderà con un live del rapper DonGocò.
La seconda giornata, il 12 settembre, si aprirà sempre all'ex Monastero di Santa Chiara con la presentazione del libro “La non-scuola di Marco Martinelli”, a cura di Francesca Saturnino. Seguirà, nello stesso luogo, la performance “NO” di Annalisa Limardi. Al Giardino del Museo Diocesano, la C&C Company presenterà “Larva”, primo atto del trittico “Metamorphosis” di Carlo Massari. La serata si concluderà con “Voci da un vicolo” del collettivo Putéca Celidònia e un live del Claudio Francica trio.
L'ultima giornata, il 13 settembre, inizierà nel giardino del Museo diocesano con la performance “Peccato” di Mucchia Selvaggia. A seguire, la C&C Company proseguirà il progetto “Metamorphosis” con il secondo capitolo, “Blatta”. Ci sarà poi un momento speciale: la cena comunitaria performativa “Limine”, una naturale prosecuzione dell'esperienza artistica di Pietro Spoto, Andrea Gerlando Terrana e LaboArt. La chiusura del festival sarà affidata a Federica Greco e Paolo Presta, che riproporranno musiche tradizionali calabresi, e al terzo e ultimo solo del trittico “Metamorphosis”, intitolato “Sapiens”.