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16/09/2025 ore 11.58
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A Soriano rivivono cinque secoli di storia e devozione nei solenni festeggiamenti per San Domenico di Guzmàn

Quest’anno ricorre il 495° anniversario di quella che è ritenuta la miracolosa apparizione del quadro del santo nella notte tra il 14 e 15 settembre 1530 

di Vincenzo Primerano

L'attaccamento alle tradizioni ma soprattutto una fede forte e solida che rispecchia le radici di un paese. Devozioni antiche ma che Soriano Calabro, piccolo centro delle Preserre, non ha mai dimenticato facendoli rivivere nella loro ciclicità e, soprattutto, con una sempre maggiore speranza, quella cioè che rispecchia la solidarietà e un amore comune capaci di unire l'intera cittadinanza. Tra il 14 e il 15 settembre, infatti, si sono celebrati i solenni festeggiamenti in onore di San Domenico di Guzmàn.

Storia di una fede

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Ieri dunque si svolto il 495esimo anniversario di una notte miracolosa e che rimarrà per sempre negli annali storici e religiosi sorianesi. Torniamo però indietro di cinque secoli: era la notte tra il 14 e il 15 settembre 1530 e Fra Lorenzo da Grotteria, cooperatore del Convento di Soriano Calabro, si apprestava a preparare le funzioni per la preghiera liturgica. In quegli stessi istanti tre figure femminili entrano del maestoso tempio, consegnando al frate un involucro. Le tre donne, sparite nel nulla pochi secondi più tardi, erano Maria Maddalena, Santa Caterina d’Alessandria e la Madonna e, dentro a quell'involucro, c'era dipinta l’immagine di San Domenico. Messaggio, benevolenza, miracolo o qualsivoglia sia l'interpretazione, il culto di San Domenico in Soriano si propagò presto in diverse zone del mondo. A destare ancora maggiore curiosità (per alcuni) e a rafforzare la fede (per altri) era inoltre il fatto che la Tela non sembrava essere realizzata da uomini o comunque da chi del mestiere poiché, come affermato nel corso degli da numerosi studiosi che se ne sono interessati, il tessuto con cui essa è fatta non sembra essere di carattere terreno e, inoltre, non si riesce a capire dove inizia e dove finisce la cucitura.
Notevole è stato l'impatto religioso che, fin da subito, ha avuto il quadro sul popolo cristiano. Nel 1783 il tragico terremoto che rase al suolo l'intero complesso domenicano e, tra le rovine e le macerie, il quadro di San Domenico è tra le poche cose a essere rimaste intatte.

Chi ha contribuito

Ecco allora da dove nasce la profonda devozione di un popolo, quello sorianese, che non è spinto alla festa solo per le cose materiali, bensì per una fede innata che è sempre più forte e che, ogni anni, si rinnova con la classica "calata del quadro".
Due gironi di festa dunque, conclusi domenica sera con la serata Anni '90 che ha riempito la piazza centrale e organizzata dalla Pro Loco SorianIdea, con la collaborazione dell'amministrazione comunale guidata dal sindaco Antonino De Nardo.

A tal proposito, ecco i ringraziamenti da parte del gruppo consiliare: «Ci è doveroso ringraziare la Pro Loco SorianIdea con il Presidente Domenico Alessandria, il GAL Terre Vibonesi con il Presidente Vitaliano Papillo, la famiglia Domenicana e il Rettore del Santuario Padre Rosario Licciardello, la Polizia Municipale e il Com. Franco Vescio, la Caserma dei Carabinieri di Soriano Calabro e il suo Comandante Mar. Barbaro Sciacca, la Protezione Civile San Domenico e il suo Presidente Luigi Grillo, e ovviamente tutta la comunità di Soriano Calabro. Come ogni anno, questo segna il termine del calendario estivo, ma non l'impegno di offrire momenti di confronto, promozione, riflessione, divertimento e vicinanza. Tanti sono gli eventi ed i progetti per i mesi a venire, con l'augurio di vedere la partecipazione attiva di tutta la cittadinanza».