Mileto, il gruppo Italia nostra di Reggio Calabria alla scoperta dei tesori dell’antica capitale normanna
Al centro del viaggio le visite al Museo nazionale e al Parco archeologico medievale di Mileto antica. Presente anche l’opinionista culturale Eliana Carbone
Il gruppo “Italia nostra” di Reggio Calabria, presieduto dall’archeologa Rossella Agostino, alla scoperta del glorioso trascorso normanno di Mileto, nell’XI secolo capostipite del processo di conquista e ritorno al rito latino del meridione d’Italia, all’epoca sotto il dominio bizantino nella parte peninsulare e musulmano in Sicilia. Nell’occasione i membri della sezione territoriale dell’associazione di tutela, promozione e valorizzazione del patrimonio culturale nazionale hanno potuto toccare con mano i tesori archeologici, architettonici e storico-artistici custoditi nella città nel 1058 elevata da Ruggero I d’Altavilla a capitale della propria contea.
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Mete obbligate il Museo nazionale, diretto da Maria Maddalena Sica e afferente alla DrMn Calabria guidata da Fabrizio Sudano, e il Parco archeologico medievale intitolato a monsignor Antonio Maria De Lorenzo, il vescovo-archeologo reggino che alla fine del 1800 ha guidato la diocesi di Mileto. Insieme al gruppo anche l’opinionista Eliana Carbone, a chiusura del suo percorso bizantino che, in Calabria, ha fatto tappa anche a Seminara, Gallicianò, San Paolo dei Greci, Stilo, Gerace, Staiti, San Filippo d’Iriti, Pellaro. Nella cittadina normanna la stessa ha incontrato diverse personalità del territorio.
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Tra questi il sindaco Salvatore Fortunato Giordano, il quale ha sottolineato l’importanza di valorizzare un patrimonio culturale che pone Mileto al centro dell’attenzione europea, «tant’è che a breve la nostra città sarà al centro di una conferenza internazionale con la Normandia e la Sicilia, dove si parlerà di Guglielmo il Conquistatore». Al riguardo si è espressa anche la dottoressa Sica, rimarcando come il Museo nazionale proponga diverse anime. «Al suo interno - ha spiegato - ci sono varie sezioni. Si parte da quella archeologica, tardo-antica, bizantina e normanna, per proseguire con quella trecentesca e con quella che raccoglie una consistente serie di preziosi manufatti di arte sacra, tra cui lo splendido crocifisso eburneo del XVII secolo attribuito ad Alessandro Algardi». L’avvocato-opinionista ha incontrato anche il direttore del parco, Paolo Mighetto. Nell’occasione il funzionario della Soprintendenza Abap per la città metropolitana di Reggio Calabria e la Provincia di Vibo Valentia ha focalizzato l’attenzione sulla necessità di valorizzare sempre più il sito archeologico - «processo già in fase avanzata con la predisposizione di QR Code che i turisti possono scaricare per avere informazioni» - e di renderlo maggiormente fruibile. Al riguardo ha spiegato che, a breve, «saranno avviati dei progetti di ricerca che tenderanno ad aumentare la conoscenza di quest’area e a fare in modo che sia più chiara e leggibile, oltre che affascinante».
Da registrare anche le parole del rappresentante dell’associazione Accademia Milesia, Francesco Galante, il quale si è soffermato sul convegno internazionale di Storia Medievale che la realtà culturale annualmente organizza e che, in questo 2025, «sarà dedicato al compianto studioso locale Giuseppe Occhiato, massimo esperto del periodo in Calabria». A chiudere il cerchio, la stessa Carbone. «Ruggero I e il figlio Ruggero II, quest’ultimo nato a Mileto e divenuto poi primo re di Sicilia e Calabria, hanno avuto il merito di unire culture, lingue e fedi diverse. Qui ogni pietra racconta di una città che fu culla di strategie politiche e di splendore artistico. Proprio per questo è importante l’azione di conservazione dei luoghi e dei reperti archeologici, svolta dagli organi deputati e dall’amministrazione comunale, e soprattutto la diffusione e la divulgazione della storia delle nostre radici normanne». Al termine dell’avvincente “viaggio” la presidente di Italia nostra, Agostino, ha voluto sottolineare la valenza del patrimonio culturale proprio di Mileto. Parole non a caso, le sue, visto che da archeologa ha rivestito per diversi anni l’incarico di direttore dei Musei e Parchi di Locri e Kaulon.