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06/07/2025 ore 22.11
Cultura

Il musicista vibonese Vallone sale in cattedra all’Università del Kentucky per la Guitar foundation of America

Tra i relatori del simposio internazionale, il maestro originario di Briatico ha esposto i suoi studi sul primo concerto per chitarra e orchestra del XX Secolo composto dal fiorentino Castelnuovo-Tedesco
di Giusy D'Angelo

«Torno a casa arricchito, stimolato e grato». Nuovo importante tassello nella carriera del docente e musicista vibonese Enrico Damiano Vallone che, nei giorni scorsi, ha partecipato nelle vesti di relatore alla International convention “Symposium for Guitar Scholars” della Guitar Foundation of America ospitata all’Università di Louisville in Kentucky.  Il professionista, originario di Briatico e attualmente impegnato in attività didattica al Conservatorio Cimarosa di Avellino, è stato per il secondo anno consecutivo tra i protagonisti dell’iniziativa itinerante promossa dalla Gfa che prevede un concorso musicale e una fase riservata alla presentazione di studi ritenuti tra i più originali a livello mondiale.

Lo studio

In questo contesto di pregio, Vallone ha approfondito “Il Concerto in Re maggiore op. 99 per chitarra e orchestra”, «frutto della penna elegante e sensibile del compositore fiorentino Mario Castelnuovo-Tedesco, rappresenta un autentico capolavoro nella letteratura chitarristica del Novecento».

Il musicista spiega: «La scelta di esplorare questo capolavoro nasce dal desiderio di celebrare il 130° anniversario della nascita del compositore con l’intento di rendere omaggio al suo genio creativo e offrendo un approfondimento dell’opera esplorando la storia e il concerto. Composto nel 1939 su richiesta di Andrés Segovia, il Concerto in Re maggiore è stato il primo concerto per chitarra e orchestra del XX secolo. Castelnuovo-Tedesco – aggiunge – riuscì a creare un equilibrio sonoro straordinario, rispettando l’identità intima dello strumento senza mai sopraffarlo. L’orchestrazione è raffinata, trasparente, ed esalta la voce della chitarra senza forzarla».

La figura di Castelnuovo-Tedesco

Il prestigioso evento mondiale ha consentito anche di rispolverare la figura di Castelnuovo-Tedesco, compositore italiano di origine ebraica, che emigrò negli Stati Uniti nel 1939 per sfuggire alle leggi razziali fasciste: «In questo clima di isolamento e incertezza, un gesto di solidarietà sincera arrivò dall’amico Andrés Segovia. Segovia – spiega – si recò a Firenze insieme alla seconda moglie la pianista Paquita Madriguera durante le vacanze di Natale per offrirgli supporto morale e incoraggiamento. Assicurò al compositore che il suo talento era prezioso e che in America avrebbe potuto ricostruire la sua carriera artistica. Questo sostegno lo colpì profondamente e lo spinse a mantenere una promessa fatta a Segovia: comporre un concerto per chitarra e orchestra.

Durante il soggiorno di Segovia – fa rilevare Vallone – il compositore scrisse rapidamente il primo movimento del Concerto in Re, che collaudarono insieme. Dopo la partenza di Segovia per il Sud America, Castelnuovo Tedesco, completò prima della sua emigrazione verso gli Usa. gli altri due movimenti nel gennaio del 1939, inviandoli al maestro andaluso. Questo episodio non solo segnò la nascita di una delle sue opere più celebri, ma rappresentò anche un forte legame umano e artistico in un momento in cui la musica diventava rifugio e speranza».

Il concerto, «scritto poco prima della partenza, rappresenta quasi un testamento spirituale», sottolinea il maestro Vallone. Si tratta di un lavoro «musicalmente ricchissimo: melodie luminose, ritmi vivaci, atmosfere che evocano paesaggi mediterranei, ma anche momenti di intima riflessione.  Oggi il suo concerto – fa presente il professionista vibonese – è considerato una pietra miliare del repertorio».

L’esperienza negli Usa

Per il giovane musicista e docente vibonese l’esperienza negli Usa è stata davvero speciale: «È difficile trovare le parole giuste per esprimere la gratitudine e l’emozione che porto con me. Sono stati giorni intensi, pieni di passione, condivisione e ispirazione. Ho respirato un’energia speciale, curiosità intellettuale e dialogo autentico tra colleghi e studiosi. Ritrovarsi con vecchi amici – commenta –  è stato emozionante, così come è stato sorprendente incontrare nuove persone con cui sentire subito una connessione profonda, professionale e umana. Grazie Jonathan Leathwood e Steve Goss e tutto lo staff della Guitar Foundation of America (Gfa) per questo meraviglioso evento». Il prossimo evento si terrà a Denver in Colorado, al Metropolitan State University of Denver dal 22 al 26 giugno 2026.

Altri appuntamenti

Per il maestro Vallone, i prossimi mesi saranno intensi e carichi di appuntamenti. Eccone alcuni.