A Pizzo l’operatore delle Nazioni Unite Gennaro Giudetti racconta la situazione nella Striscia di Gaza e non solo
VIDEO | L’intervento ha offerto una riflessione più ampia sulle crisi umanitarie globali grazie alle esperienze che ha maturato in Paesi come Albania, Kenya, Colombia e Libano, raccontate anche nel suo libro ‘’Con loro, come loro’’
Le società contemporanee si definiscono sempre più attraverso i movimenti delle persone, le trasformazioni dei territori e le relazioni che ne derivano. È in questa dimensione, dove l’osservazione dei comportamenti umani si intreccia con la lettura dei contesti geopolitici, che si colloca l’incontro organizzato da Nish Aps nel Palazzo della Cultura di Pizzo.
L’appuntamento, inserito nel laboratorio ontologico dedicato ai saperi del presente, ha ospitato Gennaro Giudetti, operatore umanitario delle Nazioni Unite, la cui esperienza sul campo ha offerto un punto di vista diretto sui processi che attraversano le aree di crisi e i percorsi migratori che ne scaturiscono.
Giudetti ha ricostruito l’evoluzione più recente della situazione nella Striscia di Gaza, dove ha lavorato fino al 7 ottobre scorso. Il mancato rinnovo del visto lo ha costretto a lasciare la Palestina, interrompendo un’attività quotidiana di documentazione delle condizioni della popolazione locale, condivisa attraverso i suoi canali social.
A Reggio “Maria di Gaza” dà voce al popolo palestinese che ancora non è né libero né salvo: «È viva, qui, solo la morte»La sua testimonianza ha delineato un quadro ricavato dall’osservazione diretta, elemento centrale per comprendere le dinamiche che regolano la vita delle comunità coinvolte nei conflitti. Nel corso dell’incontro, l’operatore umanitario ha esteso il proprio racconto ad altri Paesi nei quali ha operato: Albania, Kenya, Colombia e Libano. In questi contesti ha potuto osservare condizioni differenti ma legate da fili comuni, spesso rappresentati dalle esperienze di donne e bambini costretti alla fuga. Parte di queste vicende è stata raccolta nel volume “Con loro, come loro. Storie di donne e bambini in fuga”, scritto insieme alla giornalista Angela Iantosca.
Giudetti ha, inoltre messo in evidenza l’importanza di parlare soprattutto ai giovani, anche nelle scuole perché: «Spesso ci si dimentica cosa è stato e si rischia di cadere negli errori del passato. Parlare, dialogare, aprire dibattiti come questa sera, non è mai inutile, anzi contribuisce a creare generazioni consapevoli e per questo capaci di conoscere il vero senso della democrazia».
L’iniziativa proposta si inserisce dunque in un percorso orientato alla comprensione dei fenomeni umani attraverso un approccio che combina testimonianza, analisi e ascolto. La presenza di un operatore attivo nei territori interessati ha permesso di avvicinare la dimensione concreta delle crisi umanitarie, contribuendo a illuminare aspetti che spesso rimangono lontani dalla percezione comune.