Violenza tra adolescenti a Bivona, l'associazione di docenti: «Colmare il vuoto educativo è una priorità nazionale»
Il Coordinamento Nazionale Docenti della disciplina dei Diritti Umani (CNDDU) esprime «profonda costernazione» per il grave episodio di violenza avvenuto a Bivona, frazione di Vibo Valentia, dove un adolescente ha colpito con un tirapugni un coetaneo, davanti a un gruppo di giovanissimi che assisteva e partecipava all’aggressione.
Secondo il presidente Romano Pesavento, quanto accaduto non può essere letto come un fatto isolato: «La cronaca ci restituisce sempre più spesso scene di aggressioni tra minorenni, motivate da futili ragioni ma radicate in un disagio più profondo». Un gesto che, maturato in un contesto che avrebbe dovuto essere di spensieratezza, diventa «specchio di una crisi sociale ed educativa che non possiamo ignorare».
Il Cnddu sottolinea come molti ragazzi vivano la dimensione del gruppo non come spazio di crescita e solidarietà, ma come terreno che legittima dinamiche di sopraffazione. «È la manifestazione di un vuoto valoriale che la società adulta ha il dovere di colmare», osserva Pesavento.
Da qui l’appello a non affidarsi esclusivamente a strumenti repressivi: «È urgente affiancare alla giustizia un impegno educativo strutturale e duraturo. Occorre investire nella costruzione di una cultura dei diritti civili, della pace e della convivenza». L’educazione ai diritti umani, aggiunge, non deve essere vista come “una materia in più”, ma come «l’ossatura di un progetto educativo capace di dare ai giovani strumenti per riconoscere le dinamiche di branco e costruire identità basate sulla responsabilità».
Pesavento richiama anche la necessità di un’azione corale: «Senza la cooperazione di famiglie, istituzioni locali e associazioni del territorio, la scuola rischia di restare sola di fronte a problematiche che richiedono risposte collettive». Ogni episodio di violenza minorile, ribadisce, «non è solo il fallimento di un giovane, ma di un intero sistema educativo e sociale».
Il Cnddu lancia dunque un appello a tutte le istituzioni: «Non si può più rimandare l’avvio di politiche educative che rendano la cultura dei diritti umani una priorità nazionale. Solo quando la dignità e la vita dell’altro saranno percepite come valori intangibili, potremo dire di avere costruito una società capace di prevenire la violenza e promuovere la pace».