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23/08/2025 ore 12.23
Cronaca

Scene di guerriglia nel carcere di Vibo, cinque agenti feriti: aggrediti con lamette e olio bollente

Momenti di grande tensione quando tre detenuti della sezione “problematici” hanno cominciato a inveire contro gli operatori di Polizia penitenziaria. Per riportare l’ordine è stato necessario richiamare il personale libero dal servizio. La denuncia dei sindacati Uilpa e Sappe
di Redazione

Serata di guerriglia nel carcere di Vibo Valentia. È quanto rende noto Francesca Bernardi, segretaria territoriale della Uilpa Polizia penitenziaria. Secondo quanto riferisce il sindacato, ieri si sono verificate fortissime tensioni nella sezione per detenuti problematici, dove tre reclusi hanno inveito contro gli operatori brandendo lamette e oggetti contundenti e lanciando al verso di loro olio bollente.

«Ciò ha ingenerato grossissime difficoltà operative per i pochi agenti presenti – continua una nota -, tanto che sono stati richiamati quelli che, liberi dal servizio anche perché dovevano svolgere il turno notturno dopo aver lavorato la mattina, riposavano in caserma. Bilancio, 5 agenti feriti e contusi che sono dovuti ricorrere alle cure del pronto soccorso dell’ospedale cittadino. La circostanza è ancora più grave se si considera che quello di ieri sera non è affatto un episodio isolato, ma è ormai una routine presso il penitenziario vibonese».

Bernardi precisa che «sebbene presso la Casa Circondariale di Vibo Valentia non vi sia grave sovraffollamento come nel resto del Paese (sono 416 i detenuti presenti a fronte di 406 posti disponibili), essa si caratterizza per la coesistenza di ben 4 circuiti detentivi differenti e, soprattutto, per la cronica carenza di personale di Polizia penitenziaria con 190 agenti assegnati quando ne servirebbero almeno 288 secondo lo stesso dipartimento dell’amministrazione penitenziaria». «A ciò si aggiunga – conclude la rappresentante sindacale – che da oltre un anno è priva di un Comandante del Reparto titolare, al netto dell’indiscussa capacità e impegno del sostituto impiegato in servizio di missione. Pensiamo che in Calabria e su Vibo Valentia il Dap debba accendere un faro e garantire efficacia e continuità al servizio anche mediante il completamento degli organici e la garanzia della titolarità delle figure dirigenziali. Ormai ogni giorno si contano i feriti».

Il racconto del Sappe

Sulla questione sono intervenuti anche Giovanni Battista Durante, segretario generale aggiunto del Sappe e Francesco Ciccone, segretario regionale, fornendo altri particolari: «Nel pomeriggio di ieri, presso l’Istituto Penitenziario di Vibo Valentia, si è svolta un’importante operazione di polizia penitenziaria, condotta con estrema professionalità dal personale di polizia penitenziaria e coordinata dai vertici dell’istituto. L’intervento si è reso necessario a seguito di gravi disordini provocati da un gruppo di detenuti di nazionalità africana, i quali avevano precedentemente aggredito il personale di servizio con armi rudimentali e olio bollente. Successivamente, gli stessi detenuti si sono barricati nelle proprie camere detentive, dando fuoco a suppellettili e rendendo la situazione altamente pericolosa».

«Il personale operante applicando rigorosamente quanto previsto dal Manuale Operativo – continuano Durante e Ciccone -, è intervenuto con grande determinazione e competenza, riuscendo a riportare la situazione sotto controllo in tempi rapidi e in condizioni estremamente difficili. Grazie alla prontezza e alla professionalità dimostrate, tutti i detenuti sono stati messi in sicurezza e nessuno di loro ha riportato ferite. Purtroppo, durante l’operazione, alcuni agenti hanno riportato lesioni, per cui saranno costretti ad assentarsi dal servizio per qualche giorno, ma ciò non ha impedito il pieno successo dell’intervento, che ha garantito il ripristino della legalità, dell’ordine e della sicurezza all’interno del reparto. Un sentito ringraziamento va a tutto il personale intervenuto, per il coraggio, la dedizione e l’elevato senso del dovere dimostrati in un contesto così complesso».