Sezioni
05/08/2025 ore 12.48
Cronaca

Sant'Angelo di Drapia senza acqua, solo chi ce l’ha più grosso (il serbatoio) non resta a secco: sale la potesta dei residenti contro Comune e strutture ricettive

I razionamenti iniziati a fine giugno si sono aggravati ad agosto e stanno causando enormi disagi a chi vive in località Taccone
di Annarita Castellani

«Insostenibile carenza idrica». Anche Sant’Angelo di Drapia, cresciuta a dismisura tanto da essere considerata da anni una nuova frazione, non è indenne dalla cronica penuria d’acqua che da tempo oramai dilaga ovunque. A scrivere a Il Vibonese, segnalando le gravi difficoltà che stanno attraversando i residenti, è un abitante in villeggiatura a Sant’Angelo. L’uomo descrive una situazione di «razionamento idrico iniziata già a fine giugno e drasticamente peggiorata con l’arrivo di agosto. In alcune aree, come la contrada Taccone, lottizzazione Coccia, l’acqua manca completamente da ben quattro giorni consecutivi, senza che la fornitura venga ripristinata neppure nelle ore notturne. Un problema che mette in ginocchio non solo i residenti sprovvisti di cisterne, costretti a comprare ingenti quantità di acqua minerale, ma anche chi, pur avendo una riserva, si sta trovando prossimo a esaurirla».

Secondo quanto evidenziato dall’uomo, l’Amministrazione comunale è stata «ripetutamente informata della situazione, ma senza ottenere alcun riscontro concreto. I reclami, sia telefonici che via email», ha precisato, sarebbero «rimasti inascoltati», con l’Ufficio tecnico che si sarebbe dimostrato «completamente ignaro del problema, promettendo l’invio di tecnici per verifiche ma, a quanto pare, non nulla è stato ancora risolto».

Inoltre, suggerisce una causa ben precisa dietro a questa emergenza:«Un’eccessiva concessione di permessi edilizi per nuove abitazioni, B&B e grandi villaggi turistici, senza che sia stato contemporaneamente potenziato il sistema di approvvigionamento idrico e le infrastrutture collegate, come l’acquedotto e la rete fognaria». Una politica di sviluppo turistico definita «miope e distruttiva», che se da un lato porta introiti nelle casse comunali e benefici ai grandi villaggi, dall’altro «penalizza duramente i residenti, specialmente quelli delle zone periferiche, che subiscono i maggiori disagi». La situazione a Drapia solleva dunque interrogativi sulla sostenibilità di un modello di sviluppo che sembra non tenere conto delle risorse idriche disponibili e delle necessità di chi vive il territorio tutto l’anno.

«La questione, secondo me – ha precisato il residente -, è che i villaggi sono dotati di enormi cisterne di approvvigionamento idrico, quindi appena il Comune apre i rubinetti loro se ne appropriano finché possono. Poi ci sono le zone, dove abbiamo casa noi, che si trovano sulla linea di fornitura idrica dopo grandi villaggi turistici, ed è in queste zone periferiche che l’acqua non arriva più. Ovviamente, più aumenta la richiesta turistica dei villaggi nel periodo di agosto e più le singole abitazioni restano a secco. Il problema è che se la rete di distribuzione idrica prima forniva 10 abitazioni, è ovvio che oggi la stessa linea, non potenziata, non può soddisfare la richiesta di 1000 utenze». «Ci attendiamo che segnalando la questione attraverso la stampa, il Comune prenda qualche serio e funzionale provvedimento per risolvere a stretto giro e dare sollievo ai residenti di questa parte del territorio».