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22/12/2025 ore 17.07
Cronaca

Rinascita Scott: non esecutive le pene per nove imputati, tornano in libertà pure Macrì e Pardea ritenuti esponenti di spicco dei clan di Vibo

Condanne ancora da rideterminare in seguito a una pronuncia della Corte di Cassazione. Accolte le istanze dei difensori anche per condannati ritenuti organici alle cosche Lo Bianco-Barba e Mancuso

di Giuseppe Baglivo

Nove scarcerazioni per altrettanti imputati e condannati nel troncone con rito abbreviato della maxioperazione antimafia Rinascita Scott. In otto casi la decisione è della Corte d’Appello di Catanzaro, in un caso direttamente della Procura Generale. Decisioni che scaturiscono da una precedente decisione della Suprema Corte in materia di rideterminazione della pena a seguito dell’annullamento senza rinvio di un aggravante nel reato di associazione mafiosa.

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In primis è stato annullato dalla Procura Generale di Catanzaro, in persona del sostituto procuratore generale Marisa Manzini, l’ordine di esecuzione pena nei confronti di Francesco Gallone, 42 anni, di Nicotera, condannato a 8 anni e 8 mesi per il reato di associazione mafiosa (oltre all’interdizione perpetua dai pubblici uffici, più tre anni di libertà vigilata a pena espiata) nell’ambito del troncone con rito abbreviato del maxiprocesso Rinascita Scott. In accoglimento di un’istanza presentata dagli avvocati Salvatore Sorbilli e Francesco Capria, la Procura Generale ha disposto la revoca dell’ordine di esecuzione pena nei confronti di Francesco Gallone emesso dalla stessa Procura il 4 giugno 2025 e ha disposto l’immediata scarcerazione del condannato. Ciò perché la Cassazione il 22 maggio 2025, annullando senza rinvio per Francesco Gallone l’aggravante derivante dal finanziamento delle attività economiche controllate con il provento di delitti e rinviando solo per la determinazione pena al giudice di merito, ha dichiarato la non esecutività della sentenza della Corte d’Appello del 30 Ottobre 2023 neanche per la parte (l’associazione mafiosa) già passata in giudicato. Francesco Gallone (figlio del più noto Pasquale Gallone, quest’ultimo ritenuto il “braccio-destro” del boss di Limbadi Luigi Mancuso) era detenuto dal 19 dicembre 2019, a seguito del blitz nato dalla maxioperazione Rinascita Scott.

Ritornano poi in libertà due personaggi di spicco dei clan di Vibo Valentia. Il primo è Francesco Antonio Pardea, 39 anni, di Vibo Valentia, condannato a 14 anni e 8 mesi in primo e secondo grado (con incidente di esecuzione che ha portato la condanna a 12 anni di reclusione). La Cassazione ha ordinato una rivisitazione della pena anche in questo caso dopo l’annullamento senza rinvio dell’aggravante derivante dal finanziamento delle attività economiche controllate con il provento di delitti e rinviando solo per la determinazione della pena al giudice di merito, in accoglimento di un ricorso dell’avvocato Diego Brancia. In libertà anche Domenico Macrì (alias “Mommo”), 41 anni, di Vibo Valentia, in accoglimento di un ricorso presentato dagli avvocati Stefano Luciano e Salvatore Staiano. Domenico Macrì ha riportato in appello nel processo con rito abbreviato la condanna a 15 anni e 2 mesi di reclusione. Sia Pardea che Macrì – ritenuti esponenti di vertice dell’omonima ‘ndrina di Vibo Valentia (alias ‘ndrina dei “Ranisi”) – si trovavano ristretti in regime di carcere duro (articolo 41 bis dell’ordinamento penitenziario).

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Annullato poi l’ordine di carcerazione – questa volta ad opera della Corte d’Appello di Catanzaro – per Salvatore Morgese, 62 anni, di Vibo Valentia, condannato in abbreviato nell’operazione Rinascita Scott a 8 anni di reclusione per associazione mafiosa (più interdizione perpetua dai pubblici uffici e libertà vigilata per tre anni a pena espiata). I difensori – avvocati Diego Brancia e Santo Cortese – hanno avanzato una richiesta di annullamento per inefficacia dell’ordine di carcerazione emesso dalla Procura Generale, non essendo esecutiva la sentenza della Corte d’Appello del 30 Ottobre 2023 dopo un annullamento con rinvio ad opera della Cassazione al giudice di merito per la rideterminazione della pena (anche in questo caso avendo la Suprema Corte cancellato la contestata aggravante derivante dal finanziamento delle attività economiche controllate con il provento di delitti). Anche Salvatore Morgese ha pertanto lasciato il carcere ed è tornato in libertà.
Lascia il carcere per gli stessi motivi anche Giovanni D’Andrea, 39 anni, di Vibo Valentia, condannato in abbreviato per associazione mafiosa in prima battuta a 10 anni per associazione mafiosa (clan Lo Bianco), con pena poi rideterminata a 8 anni e 8 mesi in seguito ad una opposizione difensiva. Anche in questo caso la difesa – rappresentata dall’avvocato Diego Brancia – ha avanzato una richiesta di annullamento per inefficacia dell’ordine di carcerazione emesso dalla Procura Generale di Catanzaro. Richiesta accolta dalla terza sezione della Corte d’Appello di Catanzaro (presidente Battaglia, giudici Giglio e Fontanazza).
Immediata scarcerazione e ritorno in libertà pure per Michele Dominello, 34 anni, di Vibo Valentia, condannato in abbreviato per associazione mafiosa in prima battuta ad anni 14 e mesi 4 di reclusione, ma in seguito ad una opposizione difensiva la pena è stata rideterminata in 10 anni di reclusione. Anche in questo caso l’avvocato Diego Brancia ha presentato alla Corte d’Appello di Catanzaro una richiesta di annullamento per inefficacia dell’ordine di carcerazione emesso dalla Procura Generale e tale richiesta è stata accolta.

Lascia poi il carcere Sergio Gentile, 46 anni, di Vibo Valentia, detto “Toba”, condannato con il rito abbreviato a 14 anni di reclusione per associazione mafiosa (clan Lo Bianco-Barba). In questo caso la Corte d’Appello di Catanzaro ha accolto un’istanza avanzata dall’avvocato Salvatore Sorbilli ordinando l’immediata scarcerazione di Gentile che è pertanto ritornato in libertà.
Lasciano infine il carcere e ritornano in libertà per gli stessi motivi anche Filippo Di Miceli, 54 anni, di Piscopio (condannato in appello a 14 anni), in accoglimento di un ricorso degli avvocati Giosuè Monardo e Raffaele Manduca, e Michele Pugliese Carchedi, 41 anni, di Vibo Valentia (condannato in appello a 14 anni e 8 mesi), in accoglimento di un ricorso degli avvocati Salvatore Staiano e Raffaele Manduca.
Tutti gli imputati scarcerati risponderanno dunque a piede libero nel maxiprocesso Rinascita Scott, attendendo in tale status la nuova pronuncia della Corte d’Appello per la rideterminazione delle pene e poi l’eventuale pronuncia della Cassazione in caso di ricorso delle difese o della pubblica accusa alla Suprema Corte per tali posizioni. Le decisioni scaturiscono da una precedente decisione della Cassazione che ha accolto nei giorni scorsi un ricorso sul punto presentato dagli avvocati Sergio Rotundo e Antonio Galati, difensori di Domenico Cracolici di Maierato, anche lui tornato in libertà.

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