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20/09/2025 ore 19.39
Cronaca

Prostituzione minorile: in appello sentenza di non doversi procedere per un imputato di Parghelia

In primo grado era stato condannato dal Tribunale di Vibo. Decisiva la difesa dell’avvocato Francesco Matteo Bagnato che è riuscito a far escludere l’applicazione del raddoppio dei termini di prescrizione

di Giuseppe Baglivo

La terza sezione penale della Corte d’Appello di Catanzaro ha emesso sentenza di non doversi procedere per intervenuta prescrizione nei confronti di Mariano Mamone, 62 anni, di Parghelia, condannato in primo grado dal Tribunale collegiale di Vibo Valentia a 3 anni e 6 mesi nel terzo troncone del procedimento avviato su impulso della Procura di Catanzaro nei confronti di diversi indagati accusati di prostituzione minorile nell’ambito di un’inchiesta scattata nel Vibonese e condotta dalla Squadra Mobile di Vibo Valentia nell’estate del 2016. Mariano Mamone era stato ritenuto responsabile per una serie di tentativi di induzione alla prostituzione minorile nei confronti di due ragazzi al tempo minorenni. Già nella fase iniziale del procedimento nei confronti di Mariano Mamone, al tempo difeso dall’avvocato Mario Bagnato, il Tribunale della Libertà di Catanzaro nel revocare la misura cautelare aveva ritenuto le dichiarazioni delle persone offese non tali ad integrare il contestato reato di tentata violenza sessuale.
Le gravi accuse, pur ritenute contrastanti dal Tribunale della Libertà, sono state comunque giudicate fondate dal Tribunale di Vibo Valentia che nel marzo 2022 aveva così condannato Mariano Mamone alla pena di tre anni e sei mesi di reclusione ed a quattromila euro di multa.

Il processo d’appello - nel quale il Mamone è stato difeso dall’avvocato Francesco Matteo Bagnato, figlio del precedente difensore prematuramente scomparso nelle more tra il giudizio di primo e secondo grado - ha avuto inizio nell’ottobre del 2024 e, dopo una serie di udienze, si è ora concluso con la pronuncia di non doversi procedere emessa dalla terza sezione della Corte d’Appello di Catanzaro. La difesa ha focalizzato le argomentazioni a sostegno dell’innocenza del Mamone rispetto a tutte le accuse allo stesso avanzate in quanto frutto di un narrato contrastante tra le diverse versioni rese nel tempo dalle persone offese. La Procura Generale di Catanzaro aveva invece chiesto la conferma della condanna emessa dal Tribunale di Vibo nei confronti di Mariano Mamone. A prevalere è stata però la tesi subordinata sostenuta dall’avvocato Francesco Matteo Bagnato sulla scorta della quale, trattandosi di una eventuale condotta fermatasi alla sola soglia del tentativo di induzione alla prostituzione minorile, non avrebbe dovuto trovare applicazione la disposizione che prevede il raddoppio dei termini di prescrizione e da qui la dichiarazione di non luogo a procedere nei confronti dell’imputato.