Produzione di 10mila piante di marijuana a San Calogero, la Cassazione conferma la coltivazione illecita
La Suprema Corte rigetta il ricorso di uno degli indagati che aveva cercato di schermare l’attività attraverso lo smercio consentito di cannabis light. Dieci in totale sotto inchiesta
Resta confermata la misura cautelare nei confronti di Sante Restuccia, 37 anni, di Rosarno, arrestato nel dicembre dello scorso anno dal gip del Tribunale di Vibo Valentia, Rossella Maiorana, nell’ambito dell’inchiesta sul narcotraffico sull’asse San Calogero-Rosarno, condotta dai carabinieri. In particolare, Sante Restuccia è accusato di aver organizzato la coltivazione, in concorso con altri indagati, di diecimila piante di canapa indiana per la produzione di sostanza stupefacente del tipo marijuana in un terreno sito a San Calogero, località Borgo di Mileto, preso in comodato dal proprietario Gaetano Palaia, anche lui di Rosarno. In un primo tempo il gip aveva disposto per Sante Restuccia gli arresti in carcere, successivamente sostituiti con i domiciliari.
Le indagini e la scoperta delle diecimila piante
La contestazione costituisce il frutto di un’attività di indagine realizzata dalla Stazione dei carabinieri di Limbadi che, a partire dall'agosto 2022, aveva monitorato con l'ausilio di video riprese una coltivazione in atto su un terreno di San Calogero che, all'esito di alcune verifiche anche di carattere documentale (in quanto Sante Restuccia assumeva di operare quale imprenditore nel settore della cannabis light), aveva condotto al sequestro di mille piante di marijuana e all'arresto di Restuccia essendo state rinvenute fluorescenze di cannabis con effetto drogante, del tutto incompatibili con l'esercizio di un'attività lecita di coltivazione. In relazione a tali fatti si era proceduto separatamente ma, all'esito delle indagini, sulla base del materiale fotografico e di tutti i dati estrapolati dalle utenze telefoniche di Sante Restuccia, compresa la messaggistica "Whatsapp", era emerso che nel medesimo contesto ambientale Restuccia, unitamente ad altri coindagati, era stato impegnato, a partire dal maggio 2022, in una analoga coltivazione illegale, che si riferiva ad una piantagione ben più consistente, di circa diecimila piante, come risultava da alcune immagini agli atti che ritraevano l’indagato con strumenti e mezzi necessari alla predetta coltivazione, diversa e più ampia rispetto alla lecita coltivazione di canapa indiana.
La Cassazione e il quadro indiziario
“Era infatti emerso che Sante Restuccia – sottolinea la Cassazione nel confermare la misura cautelare – si era adoperato alacremente per l'acquisto, la messa a dimora, la coltivazione delle piante di canapa indiana, prendendo accordi con il fornitore dei macchinari necessari alla esfoliazione delle piantine, al quale venivano fornite indicazioni sull'estensione e sullo sviluppo vegetativo della coltivazione, con indicazione dei tempi di maturazione necessari per procedere alla raccolta nonché informazioni sulle maestranze che avrebbero dovuto procedere alla raccolta”. La Suprema Corte ha poi spiegato che il Tribunale del Riesame di Catanzaro ha ben evidenziato “l'attuale inserimento di Sante Restuccia in circuiti criminali legati alla coltivazione e al traffico di sostanze stupefacenti, sia pure attraverso lo schermo di un'attività lecita nella produzione e smercio di "cannabis light"; ha inoltre ravvisato il pericolo di recidiva desumendolo dalla gravità e dalla reiterazione dei reati commessi nel settore del narcotraffico”.
Gli altri indagati
Nell’ambito della stessa inchiesta, coordinata dalla procura di Vibo, si trovano indagati anche: Gaetano Palaia, 51 anni, di Rosarno; Antonio Restuccia, 33 anni, di Rosarno; Antonio Paladino, 43 anni, di Rosarno; Rocco Stilo, 35 anni, di Rosarno; Giuseppe Gentile, 29 anni, di Rosarno; il marocchino Abdazzarrah El Homaidi, 39 anni, residente a Rosarno; Jean Saliuh, 40 anni, del Senegal ma domiciliato nella Tendopoli di San Ferdinando; Baba Jaiteh, 36 anni, del Gambia, domiciliato nella Tendopoli di San Ferdinando; Youssouf Doubia, 31 anni, del Mali, domiciliato nella Tendopoli di San Ferdinando.