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16/09/2025 ore 18.30
Cronaca

Primo giorno di scuola a Vibo, niente cellulari in classe ma c’è chi scommette che durerà poco: «Una settimana e se ne scorderanno»

Al suono della campanella la dirigente del liceo Berto, Licia Bevilacqua, ha ricordato il divieto nazionale di usare gli smartphone in classe, ora esteso anche agli studenti più grandi

di Cristina Iannuzzi

Primo giorno di scuola a Vibo. La campanella d’ingresso è suonata per tutti gli studenti fatta eccezione per quelli della Don Bosco-Garibaldi, la cui apertura è stata posticipata di una settimana per il completamento dei lavori di ristrutturazione. Un momento emozionante e pieno di aspettative per gli studenti di tutte le età: «Non vedevo l'ora che iniziasse la scuola, mi mancavano i miei compagni di classe», dice una ragazza al secondo anno del liceo Giuseppe Berto. Ad accogliere gli studenti, all'ingresso della scuola, la dirigente scolastica Licia Bevilacqua, che ha ricordato ai ragazzi la nuova regola introdotta quest'anno a livello nazionale, che riguarda il divieto d'uso degli smartphone anche nelle scuole superiori. La misura, resa ufficiale da una circolare del Ministero dell’Istruzione e del Merito, estende ai più grandi una regola già in vigore per l’infanzia, la primaria e la secondaria di primo grado.

La raccomandazione della preside è semplice: «I cellulari in classe non sono consentiti, bisogna tenerli spenti nello zaino oppure riporli nell’apposito contenitore. Ci affidiamo alla vostra responsabilità e confidiamo sul fatto che osserverete questa regola».
Ma non tutti sembrano pronti a mettere da parte l’inseparabile smartphone, anche se probabilmente si adegueranno giocoforza. «Non sono d'accordo con questo decreto – puntualizza una studentessa - è giusto non utilizzare lo smartphone durante la lezione, ma al cambio d'ora o durante la ricreazione si dovrebbe consentirci di utilizzarli, anche solo per leggere i messaggi».
E c’è anche chi si dice certo che, «tempo cinque giorni, la regola non verrà più rispettata». «Anche se – riconosce uno studente al quinto anno – non usare il telefono a scuola ritengo sia una cosa giusta».

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