Pizzo, salta la rassegna teatrale Faràgula e gli organizzatori accusano il Comune: «Svalutato il nostro lavoro»
La seconda edizione di Faràgula – voci della scena contemporanea non vedrà la luce come previsto. Alla vigilia del debutto, infatti, l’Amministrazione comunale di Pizzo ha deciso di sospendere il progetto già avviato, insieme ad altri appuntamenti culturali organizzati da diverse associazioni. Secondo gli organizzatori, la scelta è stata motivata dalla volontà di concentrare le risorse disponibili in due soli concerti estivi.
«Avevamo immaginato un percorso che potesse coinvolgere bambini, adolescenti e adulti, uno spazio di incontro in cui, attraverso spettacoli, concerti e conferenze, generare nuovi sogni», spiegano dal coordinamento della rassegna. Una visione, aggiungono, che «rappresenta il vero senso del teatro in una comunità».
La decisione dell’amministrazione ha però stravolto il programma. «Non discutiamo la qualità dei due concerti – sottolineano – ma le tempistiche e la strategia della scelta: cittadini e cittadine sono stati privati, a stagione già avviata, di tre mesi di attività culturale a fronte di due sole serate».
Con l’esaurimento delle risorse economiche – si legge nella nota – il cartellone è stato sostituito principalmente da sagre e, salvo poche eccezioni, da iniziative amatoriali. «Non abbiamo nulla contro le sagre e l’arte amatoriale – dichiarano – ma in una programmazione stagionale serve equilibrio: l’amatoriale va integrato in un’offerta più ampia e professionale, altrimenti non si può parlare di cultura. Né di etica, né di deontologia. Perché si tratta di denaro pubblico».
Oltre al danno economico e al lavoro di due mesi rimasto senza riconoscimento, il coordinamento denuncia «la mancanza di visione nella gestione delle risorse pubbliche e della cultura, unita alla svalutazione del nostro ruolo e della nostra professione». Per gli organizzatori, la cultura dovrebbe essere riconosciuta come un servizio essenziale: «La cultura è un servizio come l’acqua, la salute e l’istruzione. Senza cultura non c’è futuro».
Il coordinamento annuncia comunque di non volersi fermare: «Continueremo a creare e a cercare spazi, continueremo a sostenere il sogno, per la comunità e con la comunità. Insieme siamo spazio, siamo forza e siamo sogno. Continueremo a coltivare fiabe, faràgule, per crescere insieme e rendere il nostro presente futuro». E concludono con un monito ironico ma amaro: «Perché se e è vero che di cultura non si mangia, di troppe sagre si muore».