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20/10/2024 ore 19.30
Cronaca

Parte da Vibo l’appello di Libera alle istituzioni e alla politica italiana: «Rimettere al centro del dibattito la lotta a mafia e corruzione»

Dopo oltre 70 interventi di magistrati ed esperti in tre giorni, la manifestazione nazionale si è conclusa oggi con un manifesto di impegno: «Mai sottovalutare il problema, la ‘ndrangheta ha proliferato così»
di Redazione

La manifestazione nazionale di Libera, contro mafia e corruzione, si è chiusa oggi con un «manifesto di impegno – si legge nella nota dell’associazione fondata da don Luigi Ciotti – affinché la bellezza della giustizia, della legalità democratica e dell’equità prevalga sulla violenza, sulla disperazione e sull’abbandono, con delle richieste alle istituzioni e alla politica per rimettere al centro del dibattito nazionale la lotta alle mafie e alla corruzione». Tre giorni di lavoro e di confronto «per fare il punto sullo stato della lotta alle mafie e alla corruzione nel nostro Paese, con un’attenzione particolare alla potenza criminale ed economica della ‘ndrangheta». La partecipazione nei tre giorni è stata di «oltre 1000 persone, con oltre 70 contributi di magistrati, esponenti del sindacato, del terzo settore, dell’Università, amministratori, giornalisti e scrittori».

L’iniziativa di Libera ha voluto sottolineare «l’importanza di un’azione corale che metta in luce storie di impegno e successo, e che proponga prassi civiche e richieste istituzionali che si diffondano in tutto il Paese e guardino ad un orizzonte di impegno internazionale. Dalla Calabria all’Italia tutta, dall’Italia tutta per e con la Calabria. Per troppo tempo – si legge nel manifesto finale di Contromafiecorruzione – le mafie tutte, e la ‘ndrangheta in particolare, hanno prosperato anche grazie a una sottovalutazione colpevole del problema, relegate a un fenomeno marginale o esclusivamente criminale. Oggi è chiaro che il contrasto alle mafie non può limitarsi alle sole operazioni di Polizia: deve coinvolgere ogni aspetto della vita civile, a partire dall’azione culturale e formativa».

«Risulta di primaria importanza – sottolinea Libera – promuovere la piena fruizione dei diritti sociali e di cittadinanza, contrastando diseguaglianze e povertà». Pertanto, l’associazione nazionale «s’impegna a lavorare insieme alle realtà sociali per dare forma a un nuovo senso di comunità fatto di relazioni di cura, riconoscimento e legami significativi. S’impegna, inoltre, a dare vita a un gruppo di lavoro finalizzato ad una strategia comune sui percorsi di educazione e racconto delle esperienze di riscatto, libertà e liberazione, partendo dalla memoria delle vittime innocenti delle mafie e dei migranti, dall’incentivare e valorizzare il riutilizzo dei beni confiscati accompagnando forme di economia civile, istituendo tavoli di coprogettazione e promuovendo azioni di monitoraggio civico e istituzionale».

«La politica – ha dichiarato don Luigi Ciotti, presidente nazionale di Libera – che non fa le politiche sociali, le politiche culturali, una politica che non rispetta la dichiarazione universale dei Diritti umani è una politica che diventa criminogena, che favorisce il crimine. Le leggi devono tutelare i diritti, non il potere. Sono strumenti di promozione della giustizia sociale, non di disuguaglianze e discriminazioni. In questo periodo storico – ha poi concluso don Ciotti – urge mettere gli argini per evitare di cadere in quelle autocrazie contro le quali tutte le costituzioni sono nate. Evitare quelle derive politiche autoritarie che mettono a repentaglio le condizioni delle democrazie. È questo il nostro impegno e la nostra responsabilità».

Le richieste di Libera alle istituzioni e alla politica: