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10/08/2025 ore 17.21
Cronaca

Intossicazione da botulino, salgono a 9 gli indagati. Estubato uno dei pazienti ricoverati a Cosenza

Tra gli iscritti nel registro degli indagati dalla Procura di Paola figurano anche 5 medici. Due le persone morte, mentre all'ospedale Annunziata sono finiti in 14 di cui 5 si trovano in Terapia intensiva
di Redazione

Salgono a nove gli indagati nell’ambito dell’inchiesta condotta dalla Procura di Paola per le intossicazioni da botulino dopo aver mangiato panini con salsiccia e cime di rapa acquistati da un commerciante ambulante a Diamante.
Tra gli intossicati sono morti Luigi di Sarno, 52enne di Cercola, nel Napoletano, e Tamara D’Acunto, di 45 anni, mentre altre 14 persone sono ricoverate nell’ospedale di Cosenza.

Tra gli indagati ci sono l’ambulante, tre responsabili delle ditte produttrici del prodotto inquinato da botulino e 5 medici di due strutture sanitarie del cosentino che hanno avuto in cura di Cercola e D’Acunto prima del decesso.

Buone notizie dall’ospedale di Cosenza

Intanto l’Ospedale Annunziata di Cosenza nell’ultimo bollettino medico diffuso fa sapere che uno dei pazienti ricoverati per l’intossicazione da botulino è stato estubato e respira autonomamente. Al ricoverato, che fino a poche ore fa si trovava nel reparto di Terapia Intensiva, è stata somministrata la dose di antitossina botulinica.

Nella giornata di oggi un altro paziente inoltre ha lasciato la Rianimazione ed è stato trasferito nel reparto di Medicina. Rimangono comunque quattordici i pazienti attualmente ricoverati all’Annunziata di Cosenza. Cinque si trovano ancora in Terapia Intensiva, tre sono in pediatria, sei nei reparti di Area Medica. Si tratta del terzo bollettino medico dall’inizio dell’emergenza legata all’intossicazione da botulino.  

I reati contestati

Nei confronti dei nove indagati, la Procura di Paola ipotizza a vario titolo i reati di omicidio colposo, lesioni personali colpose e commercio di sostanze alimentari nocive. L’iscrizione nel registro degli indagati, viene fatto rilevare, rappresenta un atto dovuto in vista di accertamenti irripetibili. Tra martedì e mercoledì, infatti, sono previste le autopsie delle due persone decedute ed ulteriori accertamenti sul food truck dove sono stati preparati i panini consumati dalle vittime e dalle altre persone rimaste intossicate.

Sedici le persone che hanno manifestato sintomi

La Procura di Paola, diretta da Domenico Fiordalisi, ha individuato complessivamente 18 parti offese. Oltre ai due decessi, come emerso dalle attività investigative condotte dal sostituto procuratore Maria Porcelli, risultano 16 persone che hanno manifestato sintomi di intossicazione, di cui 14 ricoverate nell’ospedale di Annunziata di Cosenza.

La vicenda, secondo la ricostruzione della procura, ha avuto inizio tra domenica 3 e martedì 5 agosto, quando le vittime e i contagiati hanno consumato un alimento potenzialmente contaminato, contenuto all’interno di alcuni panini venduti da un commerciante ambulante che operava con un food truck a Diamante. Tra le 24 e le 48 ore successive sono emersi i primi sintomi. Dopo i primi ricoveri all’ospedale di Cosenza, la Procura ha disposto il sequestro del furgone adibito alla vendita ambulante, al fine di impedire la prosecuzione dell’attività e consentire i necessari accertamenti tecnici.

Per i medici indagati la Procura vuole accertare se di Sarno e D’Acunto, morti dopo essersi recati in strutture sanitarie, hanno ricevuto o meno una diagnosi tempestiva. Su questo aspetto saranno fondamentali le verifiche sulle cartelle cliniche già sequestrate nei giorni scorsi.

Iss conferma presenza focolaio

L’Istituto superiore di sanità intanto ha confermato, attraverso le analisi di laboratorio, la diagnosi di botulismo nei primi tre campioni prelevati ai pazienti giunti all’ospedale Annunziata di Cosenza. Lo riferisce la direzione dell’azienda ospedaliera di Cosenza. I risultati attestano la presenza del focolaio, già sospettato clinicamente nei giorni scorsi. Grazie alla tempestiva diagnosi di botulismo, l’Azienda – viene spiegato – ha potuto attivare, «con prontezza tutte le procedure previste, richiedendo l’antitossina botulinica, disponibile presso il ministero della Salute». L’intervento immediato ha consentito di somministrare il trattamento «nei tempi utili, scongiurando conseguenze potenzialmente fatali per molti dei pazienti coinvolti».