Il vescovo Attilio Nostro torna a casa dopo l'impianto di uno stent coronarico: «Grazie per l’affetto»
L'intervento da parte dei cardiologi della Azienda ospedaliera Dulbecco di Catanzaro si è reso necessario dopo il malore e i forti dolori al petto accusati martedì scorso
Monsignor Attilio Nostro è ritornato nella mattinata di oggi nella sua sede episcopale. Il vescovo della diocesi di Mileto-Nicotera-Tropea ha fatto rientro nel proprio appartamento, situato all'interno del nuovo episcopio della cittadina normanna, dopo l'impianto di uno stent coronarico ricevuto la sera della vigilia di Natale dall'équipe dell'Unità operativa complessa di cardiologia dell'Università Magna Graecia, operante presso l'AOU “Renato Dulbecco” di Catanzaro.
L'intervento si è reso necessario dopo i problemi cardiaci evidenziati precedentemente dallo stesso presule, il conseguente primo soccorso presso l'ospedale “Jazzolino” di Vibo Valentia e il successivo trasferimento al nosocomio della città capoluogo di regione. «Ringraziando il Signore - sottolinea al riguardo l'Ufficio diocesano per le Comunicazioni sociali diretto da don Oreste Borelli - si comunica con gioia, che nella tarda mattinata di oggi, 26 dicembre, sua eccellenza monsignor Attilio Nostro è stato dimesso dall'Aou “Renato Dulbecco” di Catanzaro, dove era ricoverato in seguito al malore accusato nel pomeriggio di martedì sera. Il vescovo è rientrato nella sua dimora a Mileto, dove rimarrà a riposo, seguendo le prescrizioni dei medici. Egli è molto grato a tutto il personale sanitario dell'Ospedale Civile “Jazzolino” di Vibo Valentia e dell'Aou “Renato Dulbecco” di Catanzaro - aggiunge - per le cure e le attenzioni e, al contempo, esprime la sua riconoscenza a tutti coloro che in questi giorni gli hanno manifestato affetto e vicinanza. Augurandogli di proseguire con serenità il suo percorso di ripresa - conclude l'Ufficio per le Comunicazioni sociali diocesano - si invita il popolo di Dio a rispettare questo tempo di convalescenza e riposo continuando a sostenere il vescovo con la preghiera ed evitando, per il momento, l'invio di messaggi e telefonate».