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08/07/2022 ore 18.47
Cronaca

Fragole, castagne di Pizzoni e peperoncino: il Gal valorizza i prodotti di nicchia del Vibonese

Viaggio dei tecnici e dello staff dell'agenza di sviluppo tra le aziende del territorio, per ascoltare dai diretti interessati potenzialità e limiti delle loro attività. L'obiettivo è quello di tutelare un patrimonio enogastronomico che rischia di andare perso
di Redazione

Secondo step esplorativo, dopo quello di inizio anno, per il progetto di cooperazione regionale “Terre di Calabria” tra i Gal, che punta alla riscoperta, promozione e valorizzazione di alcuni prodotti di nicchia presenti sul territorio per individuare, insieme ai produttori e con l’aiuto di tecnici, le migliori strategie per la tutela di un patrimonio enogastronomico che rischia di andare perso. Oltre ai prodotti, l’intento è anche quello di valorizzare il territorio con cui essi si identificano. [Continua in basso]

E mentre a fine gennaio ci si era dedicati a fagioli autoctoni (“sujaca” di Caria e “zicca janca” di Arena), peperoncino (“tri pizzi” di Spilinga), alcuni vitigni perduti o quasi, (“ulivella” di Drapia e zibibbo di Pizzo), miele vibonese (San Costantino), mostacciuolo (Soriano Calabro) e grano “rosia” (Maierato), ora l’attenzione del Gal si è posata su anche altre produzioni agroalimentari che, seppur di nicchia, caratterizzano indubbiamente il Vibonese. Si tratta delle castagne di Pizzoni, delle fragole, del peperoncino pizzitano. Insieme ai tecnici Nicola Gallinaro e Giulia Lazzarini, lo staff dell’agenzia di sviluppo è stato nuovamente sul territorio ad ascoltare dai diretti interessati potenzialità e limiti della loro attività.

«Abbiamo visitato – riporta una nota del Gal Terre vibonesi – l’unico castagneto coltivato in provincia di Vibo. Un vero peccato perché la coltivazione è molto diffusa e potrebbe, se ripresa, rappresentare una concreta fonte di reddito e sviluppo. La cura e l’amore con cui il proprietario vi si dedica ci ha convinto ancora di più di ciò e della scelta di inserire le castagne vibonesi nel paniere dei prodotti da tutelare. Nel secondo caso, invece, ci siamo trovati al cospetto di coltivazioni più moderne e dinamiche, ma non per questo meno interessanti per l’intento che il Gal si ripropone: valorizzare tali produzioni comprendendone “potenzialità” ed eventuali “deficit” nella coltivazione e commercializzazione per elaborare disciplinari in grado di intervenire ove serva. Attraverso esse, poi, valorizzare il territorio e le sue mille sfaccettature, creando un “itinerario del gusto” in cui ogni azienda rappresenti una “bandierina” che, fornendo servizi di produzione e degustazione, si colleghi alle altre, attraversando le bellezze materiali e immateriali delle “Terre Vibonesi”. Prima fase conclusa con successo. Entro fine anno si prevede il completamento della seconda».