Un
patto con lo Stato e la
decisione di farsi arrestare e condannare. Il pentito Emanuele Mancuso parla di un
accordo inconfessabile che vede protagonista uno dei vertici indiscussi della ‘ndrangheta nel Vibonese,
Pantaleone Mancuso alias Scarpuni. «L’accordo lo aveva preso con lo Stato… Non c’è dubbio…» – dice senza mezzi termini il collaboratore di giustizia al sostituto procuratore di Catanzaro Antonio De Bernardo. È un
documento esclusivo quello che sarà mostrato questa sera nel corso del format
Rinascita Scott – Il maxi processo alla ndrangheta ore 21.30 su LaC Tv. L’interrogatorio risale al 25 novembre 2020 ed è stato acquisito in una delle ultime indagini istruite dalla Direzione distrettuale antimafia di Catanzaro
Petrol mafie – Rinascita Scott 2.
Pantaleone Mancuso è il marito di Tita Buccafusca. La sua è una
drammatica storia. La storia di chi ha provato a fuggire da una vita di mafia e morti ammazzati.
Tita decide di parlare con gli inquirenti per provare a offrire al figlioletto una vita diversa, lontana dalla violenza. Tita
morirà dopo aver bevuto l’acido. La sua morte archiviata come suicidio. Dopo il decesso della moglie
il superboss Scarpuni sarà arrestato, processato e poi condannato all’ergastolo. Eppure secondo quanto riferisce il pentito Emanuele Mancuso
poteva fuggire, ma rimane, si fa arrestare e condannare.
L’audio esclusivo andrà in onda questa sera nel corso della nuova puntata di Rinascita Scott. Intercettazioni, deposizioni di collaboratori di giustizia, analisi, interviste, questo e molto altro nel
format condotto da Pietro Comito e Pino Aprile. Ospiti
Lirio Abbate, vicedirettore dell’Espresso, la criminologa dell’Università dell’Essex, Regno Unito,
Anna Sergi, il criminologo e psicopedagogista forense
Sergio Caruso e l’avvocato
Michelangelo Miceli, componente del maxicollegio difensivo impegnato in Rinascita Scott.