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19/11/2025 ore 19.35
Cronaca

A Vibo il racconto dell’attivista Alessia Piperno per 43 giorni in carcere a Teheran: «In Iran ho capito che cos’è davvero la libertà»

VIDEO | In vista della Giornata internazionale contro la violenza sulle donne, Dentro la Notizia su LaC Tv ha dedicato una puntata al 25 novembre per raccontare l’urgenza di contrastare questo fenomeno: «Parlarne è la regola numero uno»

di Redazione

Nella puntata di Dentro la Notizia in vista della Giornata internazionale per l’eliminazione della violenza sulle donne che si celebra il 25 novembre, la redazione di LaC Tv ha costruito un racconto corale, fatto di testimonianze dirette, analisi, appelli e iniziative sul territorio (rivedi la puntata QUI).

Un viaggio tra lo studio televisivo e i collegamenti esterni, con l’obiettivo di ricordare l’urgenza di contrastare efficacemente un fenomeno che, nonostante gli sforzi di sensibilizzazione, continua a riempire le cronache quotidiane

Il giornalista Pier Paolo Cambareri ha aperto la conduzione con un dato di realtà pesante: femminicidi, aggressioni, violenze fisiche, psicologiche ed economiche. «Dobbiamo continuare a parlarne – ha sottolineato – perché ci sono donne che vivono nelle proprie case situazioni di disagio e non trovano il coraggio di fare quel passo avanti per denunciare». Ha spiegato che per questo motivo la puntata si è concentrata sulle testimonianze dirette, «la cosa migliore per rendere edotta l’opinione pubblica su quello che accade».

In studio era presente l’avvocato Chiara Gravina, vicepresidente del Centro “Lanzino” e componente dell’associazione Dire – “Donne in rete contro la violenza”. Ma il cuore della puntata ha pulsato soprattutto da Vibo Valentia, dove l’inviata Cristina Iannuzzi si è collegata dal nuovo palazzo di Giustizia, che nel pomeriggio è stato illuminato di rosso, colore simbolo della lotta alla violenza di genere. Accanto a lei c’era Alessia Piperno, scrittrice e attivista, che ha portato in Calabria la sua testimonianza di detenzione nel carcere di Evin, in Iran. Con lei anche Giusi Fanelli, presidente del Comitato Pari opportunità degli avvocati di Vibo Valentia, ed Elda De Masi, consigliera dell’Ordine.

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La testimonianza di Alessia Piperno

«È stato il giorno del compleanno di mia madre il momento più difficile». Alessia Piperno ha raccontato senza filtri i 43 giorni trascorsi nella famigerata prigione iraniana. Quando le è stato chiesto quale fosse stato l’episodio più doloroso, ha risposto: «Sicuramente quello che ho ricordato più duro è stata la sera del compleanno di mia madre. Per tutto il giorno ho chiesto alle guardie di farmi chiamare a casa, però non mi hanno concesso di farle gli auguri». Una ferita che è rimasta incisa nella memoria. Così come la consapevolezza maturata sulla condizione delle donne nel mondo. «Per me prima il significato della parola libertà era sinonimo di viaggiare. In Iran ho scoperto cosa significa vivere senza libertà». Parlando del suo libro “Azadi”, ha spiegato ciò che sperava arrivasse ai lettori: «Che è una realtà non troppo lontana da noi. L’Iran prima del 1979 era un paese libero, come lo siamo noi». È stato un monito, un invito a non dare mai per scontati i diritti.

«Bella Ciao risuonava in lingua farsi, era il nostro modo di resistere»

Uno dei passaggi più intensi della puntata è stato quando si è affrontato il tema della solidarietà tra detenute. «Bella Ciao veniva cantata in farsi nella prigione di Evin. Cantare per una donna era illegale, le guardie non erano felici quando ogni sera urlavamo a squarciagola le note di questa canzone. Però era il nostro modo per resistere, per sentirci ancora umane».

Il ruolo dei centri antiviolenza: «Restituire libertà, non fare assistenzialismo»

In studio Chiara Gravina ha portato l’attenzione sul lavoro quotidiano dei Centri antiviolenza: «Quello che facciamo nei Centri antiviolenza non è puro assistenzialismo, è restituire la libertà alle donne, una libertà che vuole dire tutela dei propri diritti». Gravina ha parlato anche della nuova campagna per le scuole, dal titolo eloquente: “Semina rispetto, raccogli libertà”. Un percorso educativo mirato a intercettare le nuove generazioni, «se vogliamo parlare di cambiamento, di evoluzione, di rivoluzione della nostra società». Un passaggio fondamentale ha riguardato poi la necessità di rendere la sensibilizzazione sistematica: «Se ne parla solo dopo i femminicidi, o il 25 novembre. Questo non può essere sufficiente. Serve programmazione, risorse, formazione continua».

La rete sul territorio: «È stata la terza cerimonia di accensione del Tribunale di rosso»

Giusi Fanelli ha annunciato una giornata partecipata, con istituzioni, politica, chiesa e società civile unite per illuminare di rosso il palazzo di Giustizia di Vibo Valentia. «È stata la terza cerimonia di accensione del Tribunale di colore rosso. Vogliamo renderla sempre più istituzionale», ha spiegato, per poi aggiungere un elemento importante: «Quest’anno tutti i Comitati Pari opportunità della Calabria hanno deciso di unire la voce «per rompere quel silenzio che spesso appare».

Le tutele legali: gratuito patrocinio esteso anche a separazioni e divorzi

Elda De Masi ha riepilogato gli strumenti giuridici a sostegno delle vittime: dal reato unico di violenza sessuale, introdotto nel 1996, al Codice Rosso del 2019, fino alla mozione del Congresso nazionale forense che punta a estendere il gratuito patrocinio «anche ai giudizi civili di separazione e divorzio connessi ai reati di violenza sulle donne».

«Si esce da Evin, ma Evin non esce da te»

La frase di Alessia Piperno che ha più colpito pubblico e ospiti è stata semplice e devastante: «Sono uscita dal carcere di Evin, ma Evin non è uscita da me». Chiara Gravina l’ha accolta come una verità che appartiene anche alle donne seguite nei centri: «Le ferite maggiori non sono quelle fisiche, ma quelle psicologiche. Il corpo delle donne racconta da millenni ciò che hanno subito».

L’appello finale: «Parlarne è la regola numero uno»

Nel collegamento conclusivo, Cristina Iannuzzi ha chiesto ad Alessia Piperno cosa si potesse fare concretamente: «Proprio farle queste battaglie, parlarne, non girarci dall’altra parte. Nulla esclude che un domani possa succedere anche a noi. Parlarne è la regola numero uno. Il libro “Azadi” – ha raccontato – è dedicato alle mie compagne di cella. Azadi era un urlo che si sentiva spesso tra i corridoi di Evin». Il messaggio più forte è arrivato proprio da loro, ha sottolineato Piperno: «Una mia compagna di cella mi disse: “Tutti sanno cosa succede qui, ma è come se l’Iran fosse un’isola dispersa nell’Oceano”. Il mio grido d’aiuto è per loro».

Puoi rivedere la puntata di Dentro la Notizia su LaC Play.