«Biglietteria di Vibo-Pizzo ancora chiusa, colpo al turismo e al territorio»: la denuncia di un ferroviere in pensione
Ceravolo critica la riduzione dei servizi ferroviari e l'impatto sul comprensorio: «Doveroso organizzarsi per una manifestazione di protesta che coinvolga anche i sindaci»
«Sinceramente si rimane increduli che anche l’unica biglietteria ferroviaria del Vibonese, quella di Vibo Valentia-Pizzo, rimanga ancora chiusa e forse soppressa del tutto». A scriverlo è Giuseppe Ceravolo, ferroviere in pensione e cittadino di Pizzo, che in una lettera aperta torna a sollevare il problema della stazione vibonese, già più volte denunciato negli ultimi anni.
Ceravolo, che ha lavorato per oltre quarant’anni sulla linea costiera “Costa degli Dei”, ricorda come la progressiva riduzione dei servizi ferroviari in Calabria abbia radici lontane. «Già dal 1996 – scrive – ci venivano a raccontare che con l’installazione del nuovo sistema di sicurezza, il Ctc, si sarebbe aumentato il traffico su rotaia. È successo invece che, una volta installato, hanno chiuso tutte le stazioni, tolto gli operatori e disattivato i servizi diretti al pubblico».
L’ex ferroviere racconta anche di essersi battuto in passato contro tali scelte, arrivando a informare il ministro dei Trasporti dell’epoca, Alessandro Bianchi: «Alle mie lamentele e sollecitazioni si diede alla fuga, rimasero lettera morta. Per questo decisi di dimettermi dalle cariche politiche e sindacali e abbandonare la politica».
La chiusura della biglietteria, secondo Ceravolo, rappresenta un ulteriore segnale di abbandono, soprattutto in un territorio a forte vocazione turistica: «Se parliamo di turismo, come si possono presentare questi biglietti da visita delle nostre località quando un viaggiatore scende da un treno e davanti a sé non vede altro che deserto e desolazione? Stazioncine che hanno una storia ridotte male e spesso vandalizzate. Neanche un servizio igienico funzionante, neanche una sala d’aspetto messa a disposizione».
Da qui l’appello alla mobilitazione: «Ritengo sia doveroso organizzarsi per una manifestazione di protesta, coinvolgendo i sindaci di Pizzo e Vibo, oltre ai rappresentanti politici locali e regionali, affinché si scongiuri la paventata soppressione della biglietteria. Sarebbe altrimenti un durissimo colpo per l’intero territorio, con serie ripercussioni sull’economia e sul turismo del Vibonese».