Montagne di spazzatura tra i canneti alla foce del Mesima: discariche a cielo aperto in quella che dovrebbe essere un'oasi protetta - FOTO
Vestiti abbandonati, sacchi colmi di spazzatura. E poi ancora pneumatici, lattine, plastiche di ogni sorta. Si presenta così l’area a due passi dalla foce del Mesima, a Nicotera. La segnalazione arriva dai nostri lettori che hanno documentato lo scenario di grave degrado nonché pericolo per l’ambiente in cui versa la località, proprio a pochi metri dallo sbocco in mare del corso d’acqua. Montagne di rifiuti e immondizia tra canneti e la vegetazione deturpano l’area naturale e offendono le più basilari norme del vivere civile. Difficile, in questi casi, non puntare il dito contro chi, sprezzante delle regole, continua a insozzare.
Eppure, la foce del Mesima riveste una grande rilevanza dal punto di vista naturalistico. Nel 2022, era stata infatti approvata la proposta di legge per istituire un’area naturale protetta sulla foce del fiume Mesima. Il Wwf, in quella circostanza, aveva bollato il traguardo come “storico”, ripercorrendo al contempo il lungo iter per il raggiungimento del risultato: «A distanza di quasi vent’anni dall’approvazione della legge regionale sulle aree protette (l. r. numero 10/2003) e a distanza di sette anni dalla legge istitutiva della riserva naturale regionale delle Valli Cupe (la seconda in Calabria dopo quella della foce del Fiume Crati, istituita nel 1990), il Consiglio regionale della Calabria all’unanimità – scriveva in una nota stampa – ha approvato la proposta di legge di istituzione della riserva naturale regionale della foce del Fiume Mesima». La proposta era stata presentata da Ferdinando Laghi e recava la firma di altri consiglieri regionali di opposti schieramenti, Pietro Raso, Antonio Lo Schiavo e Giovanni Arruzzolo.
Eppure, nonostante i grandi passi in avanti per la sua tutela, la foce del Mesima, che accoglie numerose specie di piante e di uccelli, continua ad essere in balia degli incivili di turno.

